Entro oggi 31 gennaio, i contribuenti possono decidere di non far conoscere all’Agenzia delle entrate le spese sanitarie sostenute nel 2022. Una volta espressa l’opposizione, le spese non saranno inserite nella dichiarazione precompilata di coloro i quali hanno espresso tale volontà.
Da qui, sorgono due domande. Dopo il 31 gennaio è ancora possibile esercitate la propria opposizione alla messa a disposizione dei dati al Fisco? Ancora, una volta espressa la propria opposizione, è possibile inserire comunque le spese nella propria dichiarazione dei redditi?
Partiamo prima dalle modalità di esercizio dell’opposizione per poi arrivare a dare una risposta alle due domande come appena individuate.
Entro oggi l’opzione per bloccare l’invio delle spese al Fisco
L’invio dei dati al Sistema Tessera sanitaria da parte di farmacie, medici, ottici, ecc. delle spese sostenute dai propri clienti/pazienti ha una specifica finalità: mettere a disposizione dell’Agenzia delle entrate queste informazioni affinché possa utilizzarle per predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata.
Tuttavia, per svariate ragioni, magari legate alla propria privacy, il contribuente può anche decidere di bloccare l’invio dei dati al Fisco.
In base alle indicazioni operative ribadite sul portale dell’Agenzia delle entrate, coloro i quali intendono esercitare l’opposizione dovranno comunicare direttamente all’Agenzia delle entrate tipologia (o tipologie) di spesa da escludere, dati anagrafici (nome e cognome, luogo e data di nascita), codice fiscale, numero della tessera sanitaria e relativa data di scadenza.
L’opposizione può essere effettuata attraverso tre modalità diverse:
- inviando una e-mail alla casella di posta elettronica dedicata [email protected];
- telefonando a un centro di assistenza multicanale (800909696 da fisso, 0696668907 da cellulare, +390696668933 dall’estero);
- consegnando a un qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia l’apposito modello “Opposizione all’utilizzo dei dati delle spese sanitarie per la dichiarazione dei redditi precompilata”, reperibile sul sito dell’Agenzia anche in versione editabile, al quale va allegato copia del documento di identità.
L’opposizione all’utilizzo dei dati relativi alla spesa sanitaria, comporta la cancellazione degli stessi e l’automatica esclusione anche dei relativi rimborsi.
Opposizione spese sanitarie. Quali soluzioni da febbraio?
La prima domanda che ci siamo posti è se dopo il 31 gennaio è ancora possibile esercitate la propria opposizione alla messa a disposizione dei dati al Fisco.
Ebbene, la risposta è positiva. Rispetto alle spese e i relativi rimborsi del 2022, l’opposizione può essere effettuata anche dal 9 febbraio all’8 marzo 2023, accedendo all’area autenticata del sito web dedicato del Sistema Tessera Sanitaria, tramite tessera sanitaria TS-CNS oppure tramite SPID. Con questa modalità, è possibile consultare l’elenco delle spese sanitarie e selezionare le singole voci per le quali esprimere la propria opposizione all’invio dei relativi dati all’Agenzia delle Entrate per l’elaborazione della dichiarazione precompilata.
L’altra domanda era se, una volta espressa la propria opposizione, è possibile inserire comunque le spese nella propria dichiarazione dei redditi, anche precompilata.
Anche in questo caso la risposta è affermativa. Il contribuente potrà inserire nella propria dichiarazione dei redditi anche le spese sanitarie rispetto alle quali ha espresso la propria opposizione al loro utilizzo automatico. Fermo restando che a monte ci devono essere i requisiti per poter beneficiare di quella specifica detrazione.