Ape sociale e Opzione donna: tutti i pro e i contro sulla pensione delle lavoratrici invalide al 74%

Ape sociale e Opzione donna, ecco come scegliere la pensione migliore per le invalide che hanno i requisiti per l'una o per l'altra.
7 mesi fa
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Donne e persone invalide possono accedere alla pensione con vantaggi significativi in termini di età. Per gli invalidi riconosciuti al 74%, si applicano tre misure diverse, tra le quali anche l’Ape Sociale: la prima non prevede limiti di età, la seconda permette l’uscita a 59 anni, e la terza a 63 anni e 5 mesi. Ogni misura ha requisiti specifici.

A volte, in alcune circostanze, due di queste misure possono consentire il pensionamento di una lavoratrice, che quindi deve scegliere quale adottare.

Vedremo ora come operare la scelta giusta, premesso che la situazione può variare notevolmente da caso a caso e ciò che è giusto per una persona può non esserlo per un’altra.

“Salve, sono Lucia una lavoratrice che a marzo ha compiuto 63 anni di età. Sono stata riconosciuta invalida al 74% lo scorso anno. Nel 2024, a settembre, chiudo i miei 36 anni di carriera. Come invalida potrei quindi andare in pensione sia con Opzione Donna che con l’Ape sociale. Secondo voi quale delle due è più favorevole? So che entrambe sono penalizzanti. Mi sapete dare un quadro di queste penalizzazioni?”

Opzione donna e Ape sociale, tutti i pro e i contro sulla pensione delle lavoratrici invalide al 74%

Il caso di Lucia illustra una situazione in cui un contribuente può scegliere tra due opzioni di pensionamento: l’Opzione Donna e l’Ape sociale. Entrambe le misure si rivolgono a categorie specifiche, inclusi gli invalidi al 74%.

Per l’Ape sociale, si richiedono almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi previdenziali. L’Opzione Donna, invece, è accessibile alle invalide al 74% con almeno 35 anni di contributi versati e varia l’età minima richiesta a seconda del numero di figli: 59 anni per chi ne ha due o più, 60 anni per chi ne ha uno, e 61 anni negli altri casi.

Ecco i pro e i contro di Opzione Donna

L’Opzione Donna, un regime sperimentale anticipato e contributivo, offre l’uscita anticipata a partire dai 59 anni in alcuni casi.

Tuttavia, la misura è penalizzante per quanto riguarda il calcolo della pensione, che è basato sul sistema contributivo. Questo può comportare un taglio superiore al 30% rispetto al calcolo misto.

L’Ape sociale, tutti i pro e i contro dell’Anticipo Pensionistico a carico dello Stato

L’Ape sociale prevede un calcolo misto della pensione, senza ricalcolo contributivo. Nonostante ciò, la pensione non può superare i 1.500 euro mensili fino ai 67 anni. In seguito, la pensionata dovrà richiedere la pensione di vecchiaia per ricevere l’importo effettivamente spettante.

Ecco tutte le altre limitazioni della pensione con l’Ape sociale

L’Ape sociale non prevede la tredicesima mensilità, maggiorazioni, assegni per il nucleo familiare, né l’indicizzazione al tasso di inflazione. Non consente la reversibilità in caso di decesso del pensionato ai suoi superstiti e impone il divieto di cumulo dei redditi da lavoro con la pensione. Tuttavia, con l’Opzione Donna, è possibile continuare a lavorare, indipendentemente dall’attività svolta o dal reddito aggiuntivo prodotto, mentre con l’Ape sociale è ammesso solo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro per annualità solare.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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