Opzione Donna non piace più, nemmeno alle lavoratrici. La pensione anticipata riservata alle donne con 58-59 anni di età perde colpi perché troppo penalizzante. Oltretutto il governo pensa di eliminarla.
Le pensioni anticipate sotto i 60 anni spariranno quasi sicuramente dal 2023. La speranza di vita da quando è stata introdotta Opzione Donna si è allungata e il costo per lo Stato diventa oneroso nel tempo.
Opzione Donna, in pensione con meno di 1.000 euro
Ma quello che meno invita le lavoratrici a lasciare il lavoro a 58 anni (59 per le autonome) è l’ammontare della pensione.
A conti fatti, nella generalità dei casi, salta fuori una pensione tagliata del 20 per cento circa rispetto al sistema di calcolo misto. Percentuale che aumenta se si considera che il coefficiente di trasformazione applicato per una pensione liquidata prima dei 60 anni è molto basso rispetto alle pensioni di vecchiaia.
Così, gli importi delle pensioni liquidate con Opzione Donna sono stati inferiori ai 1.000 euro nel 90 per cento dei casi. Di queste, una su due è sotto i 790 euro mensili. Lo rileva il monitoraggio Inps sui flussi di pensionamento per i trattamenti liquidati nel biennio 2020-2021.
Un lusso per poche lavoratrici
Si dice così che Opzione Donna rappresenti un lusso per poche. Di fatto, le lavoratrici che decidono di andare in pensione con questo sistema devono mettere in conto una forte penalizzazione economica.
Quindi per la generalità delle lavoratrici la pensione così calcolata rischia di essere insufficiente per vivere. Come dimostrato dai dati Inps che evidenzia come il 90% di chi ha scelto Opzione Donna per lasciare il lavoro percepisca meno di 1.000 euro al mese di pensione.
Quindi bisogna per forza di cose disporre di altre risorse finanziarie ed entrate.