Opzione Donna potrebbe non essere per sempre. Il pensionamento anticipato delle lavoratrici a 58-59 anni di età è stato confermato fino alla fine del 2022. Ma poi?
Già lo scorso anno il governo avrebbe voluto evitare il rinnovo rispondendo ai diktat che arrivavano da Bruxelles circa le numerose pensioni anticipate che sono concesse in Italia. Come noto, poi, quota 100 è scaduta, mentre Opzione Donna è stata riconfermata per 12 mesi ancora.
Opzione Donna, la riforma potrebbe modificarla
Non è ancora chiaro come sarà la prossima riforma pensioni, ma Opzione Donna, così com’è, traballa.
Più precisamente, a fronte di un allungamento della speranza di vita, andare in pensione a 58 anni con Opzione Donna comincia a diventare troppo oneroso. E il fatto di tutelare maggiormente le donne non è giustificabile con una gap di ben 5 anni con i i lavoratori maschi.
Costoro possono andare in pensione non prima dei 63 anni con Ape Sociale e sinceramente è troppo il divario – ravvisano gli esperti – se sul piatto della bilancia ci si mette anche il fatto che le donne campano mediamente più a lungo degli uomini.
In fuga verso la pensione
E’ quindi scattata la corsa alla pensione con Opzione Donna. Il 2022 potrebbe essere l’ultimo anno per questa via d’uscita. Dal 2023 i requisiti potrebbero cambiare, almeno quelli anagrafici, per salire fino ad almeno 60 anni.
Ricordiamo che per accedere a opzione donna bisogna aver maturato almeno 35 anni di contributi realmente versati e 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) entro il 31 dicembre 2021.
Del resto il premier Draghi aveva già mandato qualche segnale e con la riforma pensioni è probabile che Opzione Donna possa subire un profondo cambiamento.
Meglio quindi approfittare subito dell’opportunità e cristallizzare il diritto che lasciar passare l’anno senza aver fatto nulla. Se, alla fine dei conti Opzione Donna sarà cancellata o riformata, sarebbe grave non averne approfittato per chi ne ha la possibilità.