Tra i sussidi che il Governo ha ripreso anche in questa seconda ondata di pandemia, tornano ufficialmente anche i buoni spesa (fino a 500 euro) assegnati dai Comuni. La nuova tranche di erogazioni è stata confermata dal DL n. 154 (Decreto Ristori) pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre 2020 (articolo 2 dedicato alle “Misure urgenti di solidarietà alimentare”). La copertura economica stanziata ammonta a 400 milioni di euro totali. I destinatari della misura saranno le famiglie in maggiore difficoltà economica. Il bonus spesa è funzionale all’acquisto di beni alimentari e di prima necessità.
A chi spetta il bonus spesa con priorità
Se ci basiamo sulle competenze affidate a marzo, dobbiamo presumere che anche in questa occasione saranno direttamente gli enti territoriali a stabilire le modalità di riconoscimento dei buoni spesa e a selezionare gli aventi diritto in base al numero di componenti e all’ISEE. Così come anche gli importi a famiglia possono variare in base al Comune di residenza. Ad esempio a Roma erano stati individuate tre fasce in base alla composizione del nucleo familiare per un importo massimo di 500 euro riconosciuto a famiglie da 5 o più persone. Del resto è facile intuire che fare la spesa a Roma o Milano sia tendenzialmente più caro rispetto a province come Palermo o Lecce. In linea di massima comunque, anche nelle città con costo della vita più basso, non si dovrebbe scendere al di sotto dei 300 euro per famiglia.
A livello nazionale partiamo dalle disposizioni del Decreto Ristori ter sulle categorie di potenziali beneficiari:
“L’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individua la platea dei beneficiari ed il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico”.
Mentre attendiamo dunque che vengano emanate le istruzioni operative a livello locale, approfondiamo la questione della compatibilità con altri sussidi (come regola tendenzialmente valida ovunque).
Buono spesa e reddito di cittadinanza: si possono avere entrambi?
Molti in particolare sono i lettori che ci hanno scritto per sapere se anche chi percepisce il reddito di cittadinanza può avere diritto al buono spesa del Comune. Dubbio legittimo visto che le due misure hanno la stessa natura di sussidio per l’acquisto di beni di prima necessità. E proprio il reddito di cittadinanza ha portato all’esclusione da altri bonus Covid, come quello erogato a favore dei lavoratori a partita IVA nei mesi di aprile e maggio ad esempio o il reddito di emergenza.
Anche in questo caso ci riferiamo alle regole attuate nella scorsa primavera, in occasione della prima ondata del virus. Ebbene a ben vedere non c’è alcuna incompatibilità prevista espressamente per legge tra bonus spesa dei Comuni e RdC. Tuttavia, e qui freniamo gli entusiasmi, è molto improbabile che i percettori del reddito di cittadinanza possano essere tra i beneficiari di questo ulteriore sussidio di emergenza. Vediamo perché anticipando che si tratta di una questione di copertura economica.
Ordine cronologico di priorità nell’assegnazione del bonus alimentare
I fondi a disposizione per questa misura sono consistenti (400 milioni) ma non sufficienti ad accontentare chiunque in questo momento critico abbia bisogno di un aiuto economico per la spesa alimentare. E’ dunque lecito pensare che la priorità sia data a chi non riceve già altre forme di aiuto per lo stesso scopo.
Sempre da marzo ricordiamo:
Dove spendere i bonus spesa del Comune
Quali adempimenti fiscali servono per incassare il bonus spesa al supermercato