I dati positivi sull’occupazione italiana non mettono d’accordo maggioranza e opposizioni, né la prima con i sindacati. Naturale che al governo ostentino ottimismo circa gli ottimi risultati conseguiti in questi due anni, mentre il segretario della CGIL, Maurizio Landini, si mostra aspramente critico. Due le critiche salienti: i nuovi posti di lavoro creati sarebbero “precari” e le ore lavorate starebbero diminuendo. Come dire, non cresce l’occupazione di qualità, ma semplicemente qualche lavoretto.
Landini attacca, i numeri lo smentiscono
Il primo dato è smentito da tempo.
E veniamo all’altra critica di Landini: le ore lavorate. L’Istat ha spiegato che nel secondo trimestre siano risultate in calo dello 0,2% rispetto al primo. Tuttavia, già nel terzo trimestre erano aumentate nuovamente dello 0,2%. Ma a noi interessa fare un confronto tra le ore lavorate nel periodo luglio-settembre di quest’anno con lo stesso trimestre del 2022, appena prima che s’insediasse l’attuale governo. Abbiamo ottenuto una media mobile in crescita del 6% a circa 11,453 miliardi contro una maggiore occupazione del 4%. In media, ogni occupato ha lavorato nel luglio-settembre scorso 476,27 ore contro le 467,28 ore di due anni prima. Landini è stato nuovamente smentito.
Per scrupolo, abbiamo effettuato un altro confronto, stavolta con il trimestre ottobre-dicembre del 2022, visto che il governo Meloni s’insediò ufficialmente alla fine del mese di ottobre. Ebbene, anche in questo caso il confronto ci porta ad un aumento delle ore lavorate del 5,3% rispetto a una media mobile di 469,6.
Ore lavorate in crescita
Cosa ci spiegano questi numeri, che non sono né di destra e né di sinistra? La precarietà non è cresciuta in questi anni, anzi è diminuita. Ognuno può interpretare i numeri come meglio creda. I sostenitori del governo possono sventolarli per confermare la bontà delle sue politiche, i suoi detrattori possono legittimamente affermare che non sia affatto merito suo. Quello che nessuno può affermare è la menzogna che le ore lavorate stiano diminuendo e che l’occupazione sia cresciuta a causa dei lavoretti. E’ l’esatto contrario. A crescere sono posti di lavoro stabili e con un numero di ore contrattuali superiori al passato. Dovremmo esserne contenti, perché le opposizioni di oggi potranno essere la maggioranza di domani. A nessuno serve diffondere fake news, che alla lunga si ritorcono sempre contro.