Questo pomeriggio, Bitcoin ha superato i 50 mila dollari, toccando un nuovo massimo storico. Già nella mattinata di oggi, la “criptovaluta” sostava sopra i 49.000 dollari, segnando un rialzo di oltre il 68% da inizio anno. Il nuovo rally è stato sostenuto da diverse notizie “bullish” arrivate dal mondo della finanza. Anzitutto, gli 1,5 miliardi di dollari investiti da Tesla e l’accettazione dei Bitcoin come mezzo di pagamento per l’acquisto delle auto elettriche. E la Bank of New York Mellon ha annunciato che offrirà ai clienti il servizio di custodia per le monete digitali.
La ‘guerra’ dei trader di Reddit si sposta sull’argento. E questa è una cosa molto grossa
Il solo mercato dei Bitcoin vale oggi più di 920 miliardi di dollari. Qualcuno lo definisce il “nuovo oro” dell’era internet, anche se le analisi sconfesserebbero un simile azzardo. La volatilità del metallo risulta nel migliore dei casi tre volte più bassa di quella della principale “criptovaluta”. E la stabilità delle quotazioni è una condizione indispensabile perché un asset possa considerarsi riserva di valore. Inoltre, la vita dei Bitcoin è molto breve per compararla a 5 mila anni di storia dell’oro.
Oro giù, argento su
Da inizio anno, comunque, il metallo ha perso il 4%, scendendo a 1.823 dollari l’oncia mentre scriviamo. Aveva aperto il 2021 poco sotto i 1.900 dollari. A fargli perdere un po’ smalto hanno concorso due elementi: la lieve ripresa del dollaro, che mediamente guadagna lo 0,4% contro le principali valute mondiali; il rialzo dei rendimenti obbligazionari sovrani. Basti pensare che il Treasury a 10 anni sia passato dallo 0,92% all’1,20%. Questo trend è legato al surriscaldamento delle aspettative d’inflazione, che negli USA sono salite ai massimi da quasi 8 anni e mezzo.
In teoria, le più alte aspettative d’inflazione dovrebbero sostenere l’oro, ma in questa fase non sta accadendo e, in un certo senso, questo crea margini di potenziali guadagni futuri per il metallo, il quale oggi risulterebbe sottovalutato. Al contrario, l’argento guadagna il 5% quest’anno, salendo a 27,75 dollari. Rispetto a inizio 2021, il rapporto tra i prezzi dei due metalli scende da quasi 72 a 65,7. Dunque, l’argento è diventato relativamente più caro e storicamente valori sopra 80 sono per esso un segnale “bullish”, mentre sotto 60 diverrebbe “bearish”. La crescita del silver è legata al suo maggiore impiego nell’industria. Circa la metà della domanda è legata alla produzione, specie nell’elettronica di consumo e sempre più per i pannelli solari, business del presente e sempre più del futuro.
Ad ogni modo, tutti e tre gli assets appaiono promettenti: il silver per via del suo legame con la produzione industriale, la cui ripresa dopo la fase nefasta della pandemia ne sosterrà i corsi, unitamente all’aumentata domanda connessa alle fonti rinnovabili di energia. Oro e Bitcoin, invece, sembrano ben posizionati per sfruttare la ricerca sempre più diffusa di assets remunerativi e che proteggano dalla reflazione, oltre che dal rischio che le banche centrali perdano il controllo della stabilità finanziaria. I mercati sono pieni di bolle, sia obbligazionarie che azionarie. Le politiche monetarie ultra-espansive stanno incentivando il ricorso al debito da parte degli stati, oltre che delle aziende, accendendo i fari di analisti e investitori circa il reale valore della carta-moneta, dollaro in primis. E se l’oro è stato storicamente il rifugio per eccellenza nelle fasi di incertezza, il Bitcoin sta assurgendo sempre più al ruolo di asset speculativo per accrescere il rendimento del portafoglio nel breve periodo e per cercare di conservare il valore del capitale nel lungo.
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