Le differenze tra volo e volo
Esempio: Tizio deve prendere un volo da Catania a Lisbona, prenotando l’unico disponibile per la tratta, attraverso la compagnia Volatranquillo. Ora, Tizio potrà anche incappare in un qualche disguido, ma non avendo alternative immediate per raggiungere la capitale del Portogallo dal capoluogo etneo, è molto probabile che farà di tutto per prendere il volo. Il rischio cancellazione sarebbe statisticamente basso e i biglietti venduti in overbooking tendono ad essere anch’essi limitati.
Se, invece, Tizio dovesse partire da Roma per Milano, dove esistono numerosi voli aerei sia della stessa compagnia, sia di altri vettori concorrenti, salgono le probabilità che, a fronte di un contrattempo, questi rinunci a prendere il volo, confidando in un altro disponibile, magari della stessa compagnia.
Anche Trump contro l’overbooking
Per incentivare i passeggeri in overbooking a non fare tante storie, come nel caso della United Airlines, le compagnie si premurano a offrire loro voucher o denaro fino a un determinato importo. Quasi sempre, almeno nel 91% dei casi negli USA nel 2016, questi accettano e il caso è risolto. Il costo sostenuto è più che ripagato dai maggiori profitti maturati nell’anno grazie alla pratica. In quel 9-10% dei casi, però, scoppia la polemica, il conflitto e il danno d’immagine che potenzialmente la compagnie potrebbe accusare.
Il caso di domenica scorsa è arrivato persino sul tavolo dello Studio Ovale della Casa Bianca, tanto che il presidente Donald Trump ha dichiarato che le compagnie aeree debbano smetterla di vendere biglietti in overbooking e sulla stessa linea sembra il suo governo.