Il Natale è appena trascorso. Sotto l’albero di quasi tutti gli italiani c’era un pacco da scartare, preparato con cura e amore dai propri cari. Quasi tutti. Non sempre, infatti, la spedizione è andata a buon fine. In alcuni casi, il pacco non è proprio arrivato. La storia di una signora anziana della Puglia, desiderosa di fare un bel regalo di Natale al nipote appena nato, è soltanto uno dei tanti esempi che si possono raccontare, in una situazione che assume ogni anno elementi più grotteschi.
L’episodio che fa discutere
Dalla Puglia alla città di Manchester. Il pacco di una signora pugliese, spedito correttamente da Lecce, sarebbe dovuto arrivare in Inghilterra entro Natale. Anzi, ben prima del 25 dicembre, visti i soldi spesi per un supplemento, grazie al quale i tempi di consegna sarebbero dovuti diminuire in maniera considerevole. Così non è stato. Il pacco, ad oggi, risulta ufficialmente bloccato in uno dei tanti centri di spedizione sparsi sul territorio italiano. Il piccolo Matteo non riceverà più in tempo il regalo di Natale. Pochissime le speranze che arrivi a destinazione entro il 31 dicembre. Tutte le chiamate fatte al numero dedicato sono risultate vane. Oltre il danno, anche la beffa, visto che il numero era a pagamento. Casi come questi non sono inusuali. Fortunatamente non rappresentano la regola, ma l’emergenza pacchi di Natale non è ancora stata superata.
Come tutelarsi
Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, ha ricordato i passi da seguire qualora si verifichino disservizi nella spedizione del proprio pacco. Il destinatario o, in alternativa, il mittente, deve sporgere reclamo alle Poste entro i tre mesi successivi dalla data di spedizione.
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