Pace contributiva 2025: è ancora possibile?

La pace contributiva offre l’opportunità di riscattare contributi non versati, migliorando posizione previdenziale e anticipando la pensione
12 ore fa
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pace contributiva
Foto © Pixabay

La pace contributiva rappresenta un’opportunità rilevante per i lavoratori che desiderano colmare i vuoti contributivi nel proprio percorso previdenziale.

Si tratta di una misura temporanea, accessibile ancora fino al 31 dicembre 2025, che consente di riscattare fino a cinque anni di contributi non versati all’INPS. Questa iniziativa permette di migliorare la posizione pensionistica, sia anticipando l’età del pensionamento sia incrementando l’importo dell’assegno previdenziale.

Cos’è la pace contributiva e chi può accedervi

La pace contributiva è stata introdotta per consentire a coloro che hanno avuto interruzioni lavorative tra il 1996 e il 2023 di recuperare i periodi privi di contribuzione. Può essere richiesta solo dai lavoratori che hanno iniziato l’attività professionale dopo il 1° gennaio 1996, poiché riguarda esclusivamente il sistema contributivo.

Questa misura si rivolge a chi ha avuto fasi di inattività lavorativa per motivi di studio, interruzioni tra un’occupazione e l’altra o altre situazioni in cui non sono stati effettuati versamenti all’INPS. Tuttavia, non è possibile utilizzarla per coprire periodi precedenti al primo impiego né per sanare mancate contribuzioni da parte del datore di lavoro.

Come funziona il riscatto dei contributi

Il riscatto contributivo previsto dalla pace contributiva consente di valorizzare gli anni di mancata contribuzione, con effetti sia sull’accesso alla pensione che sull’importo dell’assegno previdenziale. L’onere viene calcolato sulla base della retribuzione percepita nei dodici mesi precedenti la richiesta e si applica secondo il metodo a percentuale, tipico del sistema contributivo. Da non confondere con i riscatto della laurea.

Il pagamento dell’importo richiesto può avvenire in un’unica soluzione oppure in forma rateale, con la possibilità di dilazionarlo fino a 120 rate mensili senza interessi.

Benefici della pace contributiva

L’adesione alla pace contributiva comporta vantaggi significativi sotto diversi aspetti:

  • anticipo del pensionamento: riscattare i periodi scoperti permette di raggiungere prima il requisito contributivo per l’accesso alla pensione;
  • aumento dell’assegno pensionistico: gli anni riscattati sono inclusi nel calcolo dell’importo della pensione, contribuendo a una prestazione più elevata;
  • possibilità di rateizzazione senza interessi: il pagamento del riscatto è accessibile anche a chi non dispone immediatamente dell’intera somma, grazie alla rateizzazione in dieci anni senza costi aggiuntivi.

Come presentare la domanda

Per usufruire della pace contributiva, è necessario presentare la domanda entro il 31 dicembre 2025. L’istanza deve essere inoltrata esclusivamente in modalità telematica tramite il portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS.

In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato per ottenere supporto nella compilazione e nell’invio della richiesta.

L’INPS, una volta ricevuta la domanda, effettuerà i calcoli necessari per determinare l’onere del riscatto e comunicherà al richiedente l’importo da versare.

Chi dovrebbe valutare la pace contributiva

Questa misura è particolarmente vantaggiosa per:

  • lavoratori con carriere discontinue, che hanno avuto periodi senza contribuzione tra un impiego e l’altro;
  • professionisti e autonomi che hanno interruzioni lavorative nel loro percorso previdenziale;
  • chi desidera incrementare l’importo della pensione con un investimento mirato.

Tuttavia, è importante valutare con attenzione la convenienza economica del riscatto. La pace contributiva può essere particolarmente vantaggiosa per chi ha percepito redditi bassi nei dodici mesi precedenti la domanda, in quanto l’importo del riscatto sarà inferiore rispetto a chi ha avuto retribuzioni più elevate.

Riassumendo

  • Cos’è la pace contributiva: permette di riscattare fino a 5 anni di contributi mancanti.
  • Chi può accedervi: solo chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996.
  • Come funziona: l’onere è calcolato sulla retribuzione dell’ultimo anno e può essere rateizzato.
  • Benefici: anticipa il pensionamento e aumenta l’importo dell’assegno previdenziale.
  • Domanda: deve essere presentata online all’INPS entro il 31 dicembre 2025 o tramite patronato.
  • A chi conviene: lavoratori con carriere discontinue, autonomi e chi vuole migliorare la pensione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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