Paesi Black List: nuovi criteri per definire un paradiso fiscale

Paesi Black List: si fanno largo nuovi criteri per definire un paradiso fiscale. La revisione del sistema dovrebbe arrivare già nel 2021.
4 anni fa
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Paesi Black List: si fanno largo nuovi criteri per definire un paradiso fiscale.

La revisione del sistema dovrebbe arrivare già nel 2021 per riscrivere l’elenco che oggi appare “confuso e inefficace”.

Sono stati istituiti i nuovi criteri per definire un paradiso fiscale con l’obiettivo di proteggere l’Unione Europea nel periodo di emergenza pandemica.

La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo il 21 gennaio 2021 ha annunciato la revisione del sistema, che dovrebbe arrivare entro la fine del corrente anno.

Già ad ottobre sono stati sollevati molti interrogativi sulla decisione dell’Ecofin di togliere le isole Cayman e l’Oman dalla black list.

Paesi Black List 2021: criteri per definire un paradiso fiscale

Secondo le stime State of Tax Justice 2020 la concorrenza sleale di un sistema fiscale estremamente vantaggioso costa una perdita media di 427 miliardi di dollari.

Le pratiche elusive realizzate dalle corporation ammontano a 245 miliardi di dollari, mentre il patrimonio sottratto al Fisco dai privati che si muove verso i paradisi fiscali ammonta a 182 miliardi di dollari.

I tre criteri principali per inserire un paese nella black list sono ascrivibili ai seguenti:

  • attuazione delle misure anti-BEPS (Base erosion and profit shifting),
  • trasparenza fiscale,
  • equa imposizione.

Sono 12 i paesi presenti nella lista UE (secondo l’ultimo aggiornamento del 6 ottobre 2020) tra cui:

  • Figi;
  • Samoa americane;
  • Anguilla;
  • Palau;
  • Panama;
  • Barbados;
  • Guam;
  • Isole Vergini degli Stati Uniti;
  • Samoa;
  • Trinidad e Tobago;
  • Vanuatu;
  • Seychelles.

Paesi black list: nuovi criteri per definire un paradiso fiscale

Alle porte della riforma UE scopriamo quali sono i nuovi criteri per definire un paradiso fiscale.

Tra i punti chiavi c’è la necessità di considerare la disparità di condizioni tra i paesi che aderiscono allo standard comune di comunicazione dell’OCSE.

Inoltre, c’è la necessità di considerare l’inserimento di un criterio autonomo relativo alle aliquote d’imposta pari a 0 % o molto basse e la necessità di inserire un livello minimo efficace di tassazione come criterio autonomo per l’elenco dell’UE.

Si deve rafforzare i requisiti aggiuntivi su revisione contabile e dovere di diligenza per le imprese e gli investitori stabiliti in giurisdizioni non cooperative.

In ogni caso tutti i paesi terzi devono essere trattati e valutati in modo equo e utilizzando gli stessi criteri.

La mancanza di trasparenza con cui l’elenco viene aggiornato rappresenta una perplessità.

Ad esempio, le Bermuda sono state eliminate dall’elenco in seguito all’introduzione di cambiamenti “minimi”.

 

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