“Si accettano pagamenti con carta ma solo sopra i 10 euro“: chi non si è mai trovato di fronte ad una scritta del genere in cassa al bar? Può cambiare leggermente l’importo minimo accettato per i pagamenti con carta ma la sostanza non cambia: può l’esercente rifiutare l’uso del bancomat per spese di pochi euro? All’estero si vedono spesso persone pagare anche un caffè con la carta. Da noi, nel migliore dei casi, il cassiere farà gli occhi sgranati e poi accetterà sbruffando o spesso rifiuterà la transazione, anche a costo di offrirlo lui quel caffè.
Se ne è occupata anche ADUC in un comunicato di cui riportiamo di seguito alcuni stralci.
In merito all’obbligo di POS, Luigi Di Maio ha spiegato:: “Sul Pos se mettiamo semplicemente una multa da 30 euro per chi non accetta la carta di credito”, otterremo come risultato che “il commerciante preferira’ pagare la multa piuttosto che le commissioni”. Per questo serve “un accordo con le banche per abbassare i costi dei pagamenti con le carte credito o i bancomat”. Insomma, “sono anni che si fa la lotta all’evasione facendo la lotta agli scontrini”, inseriamo “il carcere e la confisca per sproporzione e vedrete che le cose cambieranno” (2).
Si potrebbe, dunque, arrivare alla confisca, se non anche al carcere, per i commercianti che rifiutino l’uso delle carte nei propri esercizi. A questo pugno duro si aggiunge la promessa di premi con la lotteria degli scontrini. Nulla però, o quasi, viene detto in merito alle commissioni che gli istituti di credito applicano a consumatori e commercianti. Commissioni la cui pretesa ci sembra legittima da parte degli istituti di credito e che crediamo che l’auspicato “accordo con le banche per abbassare i costi dei pagamenti con le carte credito o i bancomat” non porterà a nulla.
Da qui la richiesta di Aduc nel Comunicato stampa a firma di Vincenzo Donvito dedicato al denaro di plastica:
“crediamo che invece della ‘lotteria degli scontrini’, lo Stato dovrebbe stanziare dei fondi per accollarsi le spese delle commissioni. Un provvedimento temporaneo perché, dopo gli inevitabili problemi e costi iniziali, non si può escludere che gli istituti di credito, visto il nuovo e consistente giro di soldi che transiterà dai loro forzieri (ed è questo, oltre le commissioni, il loro business), non si può escludere che potranno applicare una politica di “commissioni zero” alla bisogna. Spetterà ovviamente al governo monitorare in modo che la situazione non degeneri e, nel caso, prendere i necessari provvedimenti per garantire questo equilibrio.