Pagamenti con Pos. Ecco come ci controlla il Fisco (nuovo provvedimento)

L'Agenzia delle entrate ha pubblicato il provvedimento con il quale da attuazione ai controlli sull'utilizzo delle carte anche prepagate
2 anni fa
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Sanzioni per obbligo POS, attività obbligate (ed escluse)

L’Agenzia delle entrate ha pubblicato il provvedimento con il quale da attuazione ai controlli previsti dal D.L. 36/2022, nuovo decreto PNRR. In applicazione di tali controlli, le banche e gli altri operatori finanziari che offrono a imprese e professionisti il servizio Pos, devono comunicare, all’Agenzia delle entrate, transitando per PagoPa, i dati identificativi dei Pos forniti ai commercianti e gli importi complessivi degli incassi giornalieri effettuati tramite ogni singolo terminale.

La finalità della comunicazione dovrebbe essere quella di permettere all’Agenzia delle entrate di incrociare i dati degli scontrini telematici con quelli dei pagamenti avvenuti tramite Pos.

Per verificare che ad ogni pagamento elettronico corrisponda effettivamente uno “scontrino”.

Tuttavia, l’obiettivo della comunicazione è anche un altro.

I Controlli sull’utilizzo delle carte tramite Pos. Cosa prevede la norma?

Gli intermediari finanziari che emettono carte di credito, di debito o prepagate, devono trasmettere in via telematica all’Agenzia delle entrate:

  • i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico (Pos) messi a disposizione degli esercenti nonché
  • l’importo complessivo di tutte le transazioni giornaliere effettuate con gli stessi strumenti.

Operazioni avvenute presso negozi, esercizi commerciali e studi professionali. Senza alcuna distinzione tra operazioni con consumatori finali o con altri operatori economici.

Si veda l’art.22 comma 5 del D.L. 124/2019 come modificato dal recente nuovo decreto PNRR.

L’Agenzia delle entrate fissa le regole sui controlli

Con il provvedimento approvato ieri, l’Agenzia delle entrate definisce le informazioni da trasmettere e i termini entro cui effettuare la trasmissione. I soggetti obbligati effettuano la trasmissione all’Agenzia delle entrate per il tramite di PagoPA.

Quali dati saranno comunicati?

Le banche e gli operatori finanziari che consentono, tramite un contratto di convenzionamento con gli esercenti, l’accettazione del pagamento e-cash per cessioni di beni e prestazioni di servizi, devono comunicare al Fisco:

  • il codice fiscale e, se disponibile, la partita Iva del commerciante e il codice univoco del contratto di convenzionamento con il prestatore di servizi di pagamento;
  • il codice Abi o il codice fiscale dell’operatore finanziario obbligato alla trasmissione;
  • l’identificativo assegnato da PagoPa all’operatore;
  • l’identificativo univoco dello strumento di pagamento, fisico o virtuale, con cui l’esercente accetta la transazione elettronica;
  • la tipologia di operazione, distinta tra pagamento e storno pagamento;
  • la data di trasmissione delle operazioni da parte del prestatore di servizi di pagamento;
  • la data contabile dei pagamenti;
  • l’importo complessivo giornaliero delle transazioni elettroniche effettuate dall’esercente;
  • il numero giornaliero dei pagamenti e-cash effettuati.

Dunque, la comunicazione riguarda le operazioni poste in essere in obbligo di Pos, da ieri pienamente operativo.

Termine di trasmissione dei dati

La trasmissione è effettuata entro il secondo giorno lavorativo successivo alla data di contabilizzazione della transazione. La prima trasmissione delle informazioni, riferite alle transazioni contabilizzate dal 1° settembre 2022, dovrà essere effettuata entro il 5 settembre. Entro il 31 ottobre 2022, dovranno essere inviate le informazioni riferite alle transazioni contabilizzate nel periodo dal 1° gennaio al 31 agosto 2022.

Le finalità dei controlli

Sulla carta, la comunicazione in esame, intende combattere, attraverso il raffronto tra scontrini emessi e incassi elettronici segnalati, la pratica evasiva del “pre-conto” non seguito dall’emissione del documento fiscale (Fonte fisco oggi). Pratica diffusa soprattutto in ristoranti e pizzerie. Tuttavia, potrebbe essere un modo anche per controllare la capacità di spesa dei contribuenti, anche se ad analizzare i dati comunicati non sembrerebbe esserci alcun riferimento che permetta al Fisco di individuare il soggetto che ha sostenuto la spesa.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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