Pagamenti in contanti, come evitare di essere spiati

Banche italiane preoccupate per il crescente uso dei contanti che sfugge ai controlli. Come evitare la tracciabilità dei prelievi.
3 anni fa
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L’Italia è uno dei Paesi in cui la lotta ai contanti ha assunto i contorni di una caccia alle streghe. Il fenomeno è più evidente al Nord rispetto al Centro o al Sud. Il tutto per la nobile causa contro la lotta all’evasione fiscale.

In realtà, in Italia più che altrove, sono le banche che insistono nel demonizzare l’uso del contante per svariate ragioni. Non certo per combattere l’evasione fiscale. La più importante è quella legata ai mezzi alternativi di pagamento, quali bancomat, carte di credito e sistemi online.

Uso dei contanti e tracciabilità

Da ogni transazione le banche traggono benefici in laute commissioni. Soldi che servono a rimpiazzare i mancati guadagni dai poco remunerativi prestiti di denaro. I consumatori sono quindi sempre più costretti a utilizzare sistemi di pagamento elettronici e si sentono controllati.

Ne va della libertà sull’utilizzo del denaro. Se ogni acquisto o vendita che si fa è registrata elettronicamente, le banche e lo Stato sapranno tutto delle nostre abitudini e consumi. Il rischio concreto è che queste informazioni possano essere usate per scopi trasversali e per controllarci meglio.

Ecco perché molti cittadini stanno studiando soluzioni alternative per sfuggire ai controlli sistematici messi in piedi dalle banche e autorizzati dallo Stato con lo slogan della lotta all’evasione fiscale.

I conti correnti all’estero

Uno dei sistemi più gettonati da singoli consumatori e imprese è quello di aprire conti correnti all’estero. Con internet lo si può fare comodamente da casa con un click in qualsiasi Paese dell’Unione Europea.

La legge non vieta di disporre di conti correnti all’estero, basta dichiararli al fisco. A quel punto prelevare soldi contanti da una banca in Svizzera, a San Marino, in Francia o in Spagna, ad esempio, è come farlo presso uno sportello di Intesa San Paolo o Unicredit in Italia.

La differenza però, sta nel fatto che le movimentazioni non possono essere tracciate dalle autorità italiane. A meno che dietro non vi siano indagini di rilevanza penale perseguibili per legge nello Stato estero dove si tiene il conto.

Le indagini del Uif

Sicché, avendo un conto corrente in Svizzera, ad esempio, è possibile prelevare tutto il denaro che si vuole in Italia attraverso gli sportelli Atm senza incorrere nel rischio di essere spiati. Le banche italiane sono le prime a segnalare operazioni sospette al Uif, Unità di Informazione Finanziaria.

E proprio l’Uif ha di recente lanciato l’allarme per il frequente utilizzo di carte di pagamento emesse da intermediari esteri. Anche per realizzare in Italia prelievi frazionati di importo complessivamente significativo, in assenza di concrete possibilità di ottenere informazioni sulla relativa provvista.

Il rischio è quello del riciclaggio di denaro attraverso l’uso massiccio del contante. I funzionari e la Guardia di Finanza stanno infatti svolgendo indagini per capire a quali soggetti sono collegati i prelevamenti presso gli sportelli Atm.

Ma è del tutto evidente che l’utilizzo dei conti correnti esteri sfugge al controllo, sia delle banche che delle autorità fiscali. E questo indipendentemente dall’uso che uno fa del proprio denaro. Anche per questo le banche hanno avviato una campagna di riduzione degli sportelli Atm sul territorio con la scusa dei costi di gestione troppo alti.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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