Pagamenti in contanticon limite di 1000 euro. Se proprio in questi giorni si parla dell’obbligo posto in capo ai commercianti di accettare pagamenti over 5o euro con il bancomat, sempre se richiesto dal cliente, ( a tal proposito si veda nostro articolo Pagamento bancomat obbligatorio sopra i 50 euro?) e la proposta del presidente della Corte dei Conti, Giampaolino, di ridurre ancora il limite di 100 euro, in nome della tracciabilità dei pagamenti, ( si veda nostro articolo Pagamenti in contanti: ridurre il limite di 1000 euro), è bene a questo punto fornire alcune precisazioni in merito al limite di 1000 euro introdotto per i pagamenti in contanti.
Pagamenti in contanti: limite 1000 euro
Ha radicalmente modificato le abitudini degli italiani l’obbligo, introdotto dalla manovra salva Italia, il dl 201/11 convertito in legge n. 214/2011, di effettuare pagamenti con moneta elettronica sopra i 1000 euro, con l’intento di combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio del denaro sporco. In particolare per tutti i pagamenti, la soglia limite di contante che si può utilizzare è 9.999,99 euro. Altre delucidazioni però sono d’obbligo.
Pagamenti con assegno: le regole da seguire
In primo luogo si chiarisce che, se vengono utilizzati assegni per pagare una somma uguale o superiore ai 1.000 euro, sull’assegno stesso va apposta la dicitura “non trasferibile”, indicando il nome o la ragione sociale del beneficiario. Per quanto riguarda i libretti degli assegni forniti dalle banche, su questi troviamo di già la clausola “non trasferibile” prestampata. Regole queste da seguire per assegni bancari, assegni circolari, vaglia postali e vaglia cambiari.
Pagamenti con libretti al portatore
Per ciò che concerne i libretti al portatore, non si possono usare gli stessi per pagare somme uguali o superiori a 1.000 euro, e conseguentemente non possono più esistere libretti al portatore con saldo superiore a tale importo.
Pagamenti in contanti sopra i 1000 euro? Ecco le sanzioni
Nel caso in cui vengano commesse delle violazioni, che vengono segnalate dalle banche o poste al Ministero dell’Economia e all’Agenzia delle entrate, partono addebiti e sanzioni, nonché controlli fiscali.
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