Cambiano di nuovo le regole dei pagamenti Pos: non sarà più obbligatorio per qualsiasi transizione e, in alcuni casi, potrà essere rifiutato. Ad annunciarlo è stato il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, che ha confermato di aver completato l’istruttoria propedeutica all’esenzione. Ma cosa cambia, in concreto?
Quando non sarà più obbligatorio il Pos
La notizia relativa alle nuove regole riguardo l’utilizzo obbligatorio (e il non utilizzo) del Pos è stata data nel corso del T2000 in Tour, il salone dei prodotti e dei servizi per la Tabaccheria, organizzato a Catania.
Alle sue parole, inoltre, ha fatto eco il direttore dell’Agenzia delle Dogane, che ha esplicato le aggiornate modalità di utilizzo del Pos per i tabaccai. In particolare, come è stato detto (e come risulterebbe dell’istruttoria presentata), questi potranno rifiutare un pagamento tramite dispositivo elettronico per transazioni commerciali che riguardano:
- marche da bollo;
- sigarette;
- francobolli.
Tale provvedimento, oggi, fa seguito alle critiche degli esercenti del settore. In concreto, quello contro cui hanno protestato per mesi è stata l’obbligatorietà estesa a tabacchi, valori bollati e postali: se il Pos serve per tracciare i pagamenti, allora in questo caso la fiscalità è certificata a monte.
Da oggi, quindi, si cambia (ancora). Per tutti gli altri prodotti e in qualsiasi altra situazione diversa da quelle appena elencate, tuttavia, l’obbligo Pos resta.
Pagamenti Pos, quando rimane obbligatorio
Quanto stabilito per i tabaccai, quindi, non è allo stesso modo valido per tutti gli altri esercenti. Le modifiche, infatti, non riguardano ogni settore.
- pagamenti elettronici;
- fatturazione elettronica.
Le multe possono fare seguito a un controllo da parte delle autorità o essere emesse dalla Guardia di finanza a seguito di apposita segnalazione (per esempio da parte del cliente che si è visto rifiutare il Pos). In questo caso l’ammonimento prevede:
- una sanzione pecuniaria pari a 30 euro;
- un importo aggiuntivo pari al 4% della transizione negata.
Le partite Iva che hanno l’obbligo di accettare pagamenti con carte o bancomat sono:
- artigiani;
- commercianti;
- liberi professionisti (come ad esempio commercialisti, avvocati, medici etc.);
- venditori ambulanti;
- tassisti;
- attività ricettive (alberghi, ristoranti, ecc.).
Non vanno incontro a tali provvedimenti solo coloro i quali riescono a dimostrare che la transizione non è stata possibile a causa di “comprovati problemi di malfunzionamenti tecnici dei dispositivi”.
Attenzione però, questo non vuol dire che in tutti questi casi è obbligatorio il pagamento elettronico e/o tracciabile. I servizi offerti dai professionisti di cui sopra, infatti, potranno continuare a essere pagati in contanti. La sanzione, in particolare, scatta quando e se il cliente si vede negata la possibilità di utilizzo del Pos. E lo stesso vale per gli strumenti alternativi come Satispay, Paypal e simili.