Pagamenti tracciabili e detrazioni, Caf chiedono deroga di un anno

I Caf chiedono al governo la deroga di un anno sull’obbligo dei pagamenti tracciabili per le detrazioni al 19%.
4 anni fa
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Una deroga, per il solo 2020, all’obbligo dei pagamenti tracciabili come condizione per avere diritto alla detrazione del 19%. A chiederlo, a tutela delle fasce più deboli dei contribuenti italiani, è la Consulta Nazionale Caf con una lettera inviata al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco.

La legge di Bilancio 2020 (legge numero 160 del 2019), ha infatti introdotto, a partire dal 1 gennaio dello scorso anno, l’obbligo di utilizzare un metodo di pagamenti tracciabili al fine di ottenere il diritto alla detrazione d’imposta.

Riguarda tutti gli oneri fiscali per i quali è prevista la deduzione del 19 per cento.

Detrazioni 19% anche senza pagamenti tracciabili

Molte persone – spiega Giovanni Angileri, Coordinatore della Consulta Nazionale dei Caf – anche a causa della insufficiente pubblicità data a questo obbligo, ignoravano l’esistenza dei pagamenti tracciabili. Hanno continuato a fare pagamenti in contanti per tutte le spese interessate.

Si tratta soprattutto di contribuenti appartenenti alle fasce più deboli del Paese, che per ragioni anagrafiche e culturali sono meno abituate all’utilizzo della moneta elettronica.

Impedire ai contribuenti appartenenti alle fasce più deboli di poter sfruttare la detrazione fiscale del 19% sarebbe ingiusto, dicono i sindacati. Soprattutto in un momento particolarmente delicato come quello che il Paese sta attraversando.

Un anno di deroga

E’ quello che si sta verificando nella quotidiana assistenza fiscale offerta dai Caf per la compilazione del modello 730 e della dichiarazione dei redditi. Pertanto i centri di assistenza fiscale chiedono al governo una modifica basata essenzialmente su due punti:

  • la deroga per quest’anno dell’obbligo dei pagamenti tracciati;
  • il disinserimento in fattura della dicitura che la prestazione è detraibile sono con pagamenti tracciati.

Questa deroga sulle modalità di pagamento tracciabile non inficerebbe l’efficacia della regola sui pagamenti tracciati che subirebbe solo una sospensione temporanea.

Non vi sarebbero neppure rilevanti impatti di gettito. Perché per il 2020 c’è stato un aumento generale dell’uso di pagamenti elettronici, sia online che tramite carte di debito e credito.

Confidiamo nel buon senso del Governo, anche perché senza la deroga sui pagamenti tracciabili, in sede di apposizione del visto di conformità, i Caf andrebbero incontro a rilevanti difficoltà gestionali ed operative – conclude Giovanni Angileri -.

La sospensione per il 2020 consentirebbe anche di impiegare la campagna fiscale 2021 per informare tutti i contribuenti della possibilità di questa novità introdotta con la legge di Bilancio 2020.

Obbligo pagamenti tracciabili

Come noto, l’obbligo dei pagamenti tracciabili per le spese da portare in detrazione in dichiarazione dei redditi è in vigore dal 1 gennaio 2020. Pertanto dalle spese sanitarie (la voce più consistente), a quelle per l’istruzione o per le attività sportive, vi è l’obbligo di effettuare il pagamento in maniera diversa dai contati. Diversamente dette spese non potranno essere detratte.

Purtroppo, nonostante la campagna informativa e l’incentivo data dal governo all’utilizzo di mezzi di pagamento elettronico, sono ancora molti i contribuenti che preferiscono usare il contante. Rinunciando così al beneficio fiscale. Si stima che lo scorso anno almeno il 30% delle spese detraibili sia stato effettuato in contanti. E quindi non sono state riconosciute per ottenere le agevolazioni fiscali.

Le spese sanitarie

Restano in ogni caso escluse dall’obbligo di tracciabilità le spese sanitarie effettuate in contanti per l’acquisto di medicinali e apparecchiature medicali. Per queste spese è comunque rilasciato lo scontrino parlante che il Sistema Tessera Sanitaria poi invia all’Agenzia delle Entrate con i dati e il codice fiscale del contribuente.

Esclusi dall’obbligo tracciabilità anche i pagamenti presso strutture sanitarie pubbliche e convenzionate. Resta inteso che il beneficio fiscale non è obbligatorio, ma facoltativo, pertanto il contribuente può anche liberamente decidere di pagare in contanti senza  usufruire del bonus.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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