Pagamento fatture: come comportarsi quando ci sono ritardi

Per i lavoratori autonomi il ritardo, o il mancato pagamento delle fatture, può rappresentare un problema serio, per cui è bene sapere come comportarsi
10 anni fa
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Non c’è cosa più frustrante che lavorare e non essere pagati, oppure essere costretti a rincorrere i clienti per sollecitare il pagamento delle fatture. Tutti soldi dovuti, guadagnati, che spettano di diritto: è questo ormai il leit-motiv per i lavoratori autonomi, sempre con l’ansia di non ricevere il saldo delle fatture. A confermare questo fenomeno ci sono i numeri, elaborati dalla società Cribis D&B: le imprese italiane che pagano le fatture con forte ritardo sono passate dal 15,7% del 2013 al 16,4% nel settembre 2014; di contro, chi paga puntuale, è sceso al 37,5% dal 39,6%.

 

 Ritardo pagamenti, come comportarsi

Partiamo dal presupposto che i tempi per il pagamento delle fatture vanno concordati prima tra lavoratore e cliente e possono variare da 30, 60 fino a 90 giorni, oppure si può richiedere il saldo a vista, cioè al momento dell’emissione della fattura. Scaduto il termine concordato, il cliente diventa insolvente e, come prima mossa, è sempre consigliato il sollecito per via telefonica o per e-mail. Spesso, in caso di mancato pagamento, questa soluzione non sortisce gli effetti sperati, perché la riposta più frequente del cliente è che il saldo verrà effettuato non appena riceverà i soldi dai fornitori. A volte si utilizzano anche scuse più squallide, come ad esempio l’assenza di chi deve firmare l’autorizzazione al pagamento della fattura. Insomma, oggi è molto semplice trovarsi in una situazione intricata, da cui è difficile uscire vincitori.

Fatture non pagate: il ricorso con decreto ingiuntivo

Qualora non fosse possibile risolvere direttamente con il cliente, si passa alle vie legali, o in via autonoma (facendo riferimento al giudice di pace per importi inferiori o uguali ai 5 mila euro), oppure affidandosi ad un avvocato. Nel primo caso, è prevista la citazione della controparte in giudizio, con conseguente aumento dei costi e dei tempi; nel secondo, invece, bisogna ottenere da un notaio un estratto del libro fattura e con quello presentarsi dall’avvocato, il quale richiederà un decreto ingiuntivo (i tempi per l’emissione variano da 3 a 4 mesi).

Questo procedimento porta il debitore al pagamento o, in caso, di continua insolvenza, al <strong

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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