E’ possibile pagare le tasse anche se non si ha liquidità disponibile? Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, rispolvera una vecchia norma che permette di donare allo Stato quadri d’autore e opere d’arte di comprovato valore in alternativa ai soldi per estinguere il debito. E’ stata già costituita la commissione competente per la definizione delle condizioni e per la stima del valore delle opere d’arte eventualmente proposte dai contribuenti per essere utilizzate allo scopo. Gli oggetti che potranno servire per “onorare le imposte dirette e le imposte di successione” possono essere “beni culturali vincolati e non vincolati“: quadri, opere d’arte contemporanea, sculture, archivi, siti archeologici, immobili storici o libri antichi.
Il Fisco non è un banco dei pegni
Chiariamo che per essere accettati gli oggetti devono avere un riconosciuto valore e pregio artistico di mercato: non basta quindi possedere un mobile del 700 per estinguere il proprio debito. E anche quando il bene offerto sia “coerente” con le collezioni del patrimonio pubblico, non è scontato che venga accettato dalla commissione di esperti. Quest’ultima, composta da tre membri indicati dal Mibact e dal altri tre nominati dal Mef, deve valutare con attenzione la convenienza per lo Stato alla rinuncia alle entrate finanziarie. Si tratta quindi di una difficile analisi di un equilibrio delicato tra gli interessi del privato, ovvero del fisco, e quelli di chi gestisce il patrimonio culturale pubblico. Nell’ultima occasione di riunione risalente a quattro anni fa ad esempio, in un lotto composto da quadri, statue in bronzo, una collezione archeologica e addirittura una villa a Sanremo, venne accettata solo una tela firmata da Alberto Burri stimata circa 100 mila euro e attualmente esposta alla Galleria Nazionale dell’Umbria.