I primi 5 mesi dell’anno vengono lavorati per pagare le tasse dagli italiani.
Dal 2 giugno, invece, gli italiani lavorano per se stessi e le proprie famiglie, avendo ormai provveduto a guadagnare tutto il necessario per saldare i conti con il Fisco.
La Cgia di Mestre, grazie ad un esercizio teorido, ha misurato, in base alla ricchezza prodotta , quanti giorni di lavoro sono necessari ad ogni contribuente per onorare le scadenze fiscali.
Per il 2016, ha fatto presente l’elaborazione, sono necessari 154 giorni, 3 in meno rispetto allo scorso anno ma 5 in più rispetto a 20 anni fa e 6 in più rispetto al 2006.
Confrontando l’Italia con gli altri Paesi europei, invece, nel 2015 i contribuenti italiani hanno lavorato per il Fisco 11 giorni in più rispetto alla media degli altri Paesi europei. Lo scorso anno gli italiani hanno dovuto lavorare per il Fisco fino al 7 giugno, mentre in Germania per i contribuenti è il tax freedom day è scattato 12 giorni rpima, in Olanda 20 giorni prima e nel Regno Unito 30 giorni prima rispetto all’Italia.
Come si calcola il giorno di “liberazione fiscale”? A fare i calcoli ci ha pensato la Cgia di Mestre che ha preso in esame il Pil nazionale delle singole nazioni suddividendolo per i 365 giorni dell’anno. Il dato ottenuto, dato medio giornaliero è servito per capire, dopo avere considerato il gettito di contribuente imposte e tasse, e calcolare il giorno di liberazione fiscali per il presente anno.