Pagare le tasse è un obbligo che affonda le proprie radici praticamente agli albori della civiltà. E, di rimando, costituisce uno dei principali motivi di dibattito pubblico, specie in relazione alla proporzione tra quanto richiesto e le reali disponibilità economiche dei contribuenti.
Anche perché, il nostro, è uno dei Paesi che sottopone maggiormente i cittadini al peso delle imposte. Peraltro, la maggior parte dei contribuenti, secondo alcuni dati statistici, risulta poco o per nulla informato circa la reale portata delle proprie prestazioni fiscali.
In pratica, accedendo ai propri cassetti fiscali, gli utenti possono sapere quanto pagano di tasse e anche dove vanno a finire i loro soldi. L’Agenzia delle Entrate mette infatti a disposizione delle pagine ad hoc per tutti coloro che utilizzano la dichiarazione precompilata o che, semplicemente, hanno presentato la propria dichiarazione dei redditi. Accedendo al portale, tramite le credenziali Spid, Cie o Cns, il cassetto fiscale consentirà di visionare un riepilogativo delle imposte versate, con la corrispondenza degli importi alle voci di spesa pubblica. In sostanza, sarà possibile visionare nella concretezza l’utilizzo del proprio contributo richiesto dalla tassazione.
Tasse, destinazione di spesa: ecco a che cosa servono realmente i nostri soldi
Il percorso di accesso al proprio prospetto di destinazione delle tasse tramite il cassetto fiscale è abbastanza intuitivo.
Negli ultimi anni, ad esempio, le voci di spesa connesse alla quota Irpef hanno riguardato diversi settori della cosa pubblica. Ad esempio, nel 2020, più del 25% dei contributi sono stati destinati al settore della previdenza e dell’assistenza. Mentre poco più del 18% alle spese per il finanziamento della sanità pubblica. Interessante notare, però, come una percentuale tutto sommato modesta (appena il 10%) sia stata destinata al comparto dell’istruzione. E appena il 4,88% a quello dei trasporti. Abbastanza significativo, in questo senso, il gap tra risorse destinate al sistema previdenziale e quelle rivolte a scuole e università. Ciò a rimarcare ancora una volta la necessità di riequilibrare la prossimità tra una generazione e l’altra.
Destinazione di spesa
Per entrare più nello specifico, su un range di 1.000 euro di versamenti impositivi, oltre 250 sono stati destinati alla Previdenza e all’assistenza. Mentre il contributo alla Cultura e allo Sport non ha toccato nemmeno quota 20. Si tratta di dati accessibili grazie alla rielaborazione da parte dell’Ispettorato Generale del Bilancio, demandato al ruolo dal dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. A tutti gli effetti, uno strumento di trasparenza messo a disposizione del contribuente per rapportare i versamenti alle voci di spesa pubbliche.
Riassumendo…
- L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti un prospetto che rapporta le imposte versate alla destinazione di spesa pubblica;
- il contribuente potrà visionare nel dettaglio i settori di destinazione delle tasse versate accedendo al proprio cassetto fiscale;
- il sistema è basato sui dati elaborati dall’Ispettorato Generale del Bilancio in base alle dichiarazioni dei redditi.