La Bce ha pubblicato i dati sulla richiesta di capitale aggiuntivo, di “secondo pilastro” (pillar 2), dati che solitamente non venivano pubblicati. Grazie a questi dati è possibile vedere quali sono le banche più solide in Italia. Come scrive anche Il Corriere, che riporta le parole di Andrea Enria, del Consiglio di Vigilanza Unica Bce, le banche italiane sono solide ma i banchieri dovrebbero meglio gestire le regole (anche relative ai controlli antiriciclaggio) considerando che negli istituti dell’eurozona si segnala un deterioramento dei costi di gestione.
Le 11 banche italiane più solide
Credem risulta essere la banca più solida (richiesta dell’1% di capitale supplementare). Inoltre si piazza al quarto posto tra le banche a cui la vigilanza bancaria ha chiesto meno capitale aggiuntivo alla fine dell’esame Srep 2019.
A tal proposito Nazzareno Gregori, direttore generale di Credem ha dichiarato che “La solidità è un fattore fondamentale che ci consente di proseguire con forza la nostra strategia di crescita e di evoluzione del modello di servizio, diversificato e multicanale, ricercando nel contempo economie di scala, maggiore produttività ed efficienza economica. Sarà sempre più importante puntare sulla qualità delle persone per interpretare ed adattarsi ai cambiamenti all’interno di una cornice di sviluppo sostenibile nei confronti di tutti i nostri stakeholder con sempre maggiori investimenti in tecnologia, a supporto dell’evoluzione dei servizi digitali, e per adeguamenti normativi”.
Da Unicredit a Mediobanca
Secondo posto per Mediobanca: in questo caso la richiesta di capitale di capitale aggiuntivo si è attestata all’1,25%. La stessa Mediobanca è ottava nella classifica europea. Tra le banche solide, con il terzo posto, spicca Intesa San Paolo (richiesta dell’1,5%) mentre nella lista europea è undicesima. Quarto posto italiano per Unicredit (23esima a livello europeo) segue Bper, con una richiesta del 2% mentre nella classifica europea è 42esima. Ancora nella top ten Banco Bpm (richiesta 2,25% pillar 2), Credito Cooperativo Italiano e Ubi, entrambe con una richiesta di 2,25%.
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