Panama, paradiso fiscale (quasi) perfetto: come riciclare denaro in poche mosse

Panama è un paradiso fiscale. Ma esiste il diritto a portare i soldi in un paese senza tasse e vincoli?
9 anni fa
3 minuti di lettura

Lo scandalo “Panama Papers” sta scuotendo l’opinione pubblica mondiale, dopo che sono stati resi noti da una fonte anonima 11,5 milioni di documenti riservati, facenti capo a Mossack Fonseca, la società legale con sede nel paese sudamericano. Le carte sono state inviate al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung un anno fa, che oggi ha deciso di pubblicarle, avvalendosi di una serie di partner stranieri, tra cui il Gruppo L’Espresso per l’Italia. Una settantina tra vecchi e attuali capi di stato e di governo risulta implicata nella vicenda, che rischia di provocare tensioni politiche all’interno di diversi paesi.

Tra i nomi spiccano quelli del premier britannico David Cameron, del presidente russo Vladimir Putin, del premier islandese David Gunnlaugsson. Il presidente russo non compare direttamente nelle carte, ma tramite ipotetici prestanome, come il musicista Sergei Roldugin, padrino di una delle figlie del primo, e Yuri Kovalciuk, considerato il banchiere del Cremlino. A loro fa capo un patrimonio accumulato ed esportato in Panama di 2 miliardi di dollari.

Panama garantisce ancora segreto bancario e non solo

L’Australia è il primo paese ad avere avviato indagini a carico di 800 personalità inserite nella lunga lista dei presunti evasori fiscali. Ma di cosa stiamo parlando concretamente? Dovete sapere che il Panama è uno degli ultimi “paradisi fiscali” rimasti sulla Terra, non avendo aderito allo scambio automatico delle informazioni sul piano internazionale, se non relativamente ai presunti traffici di droga. Nel paese passerebbero fiumi di miliardi di dollari, frutto proprio del narcotraffico in stati come il Messico e il Venezuela, oltre che di evasione fiscale.  

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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