Il Forum Ania di ieri è stato l’occasione per fare il punto sul mercato assicurativo in Italia. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, vi è intervenuto in collegamento video e ha chiesto agli operatori del settore di prendere in considerazione una forma di tutela dei clienti, specie nel ramo Vita, al fine di potenziare la fiducia su questo mercato domestico da oltre 1.000 miliardi di euro. Chi ha seguito in questi mesi le vicissitudini di Eurovita, comprende bene le preoccupazioni del ministro.
Pochi immobili coperti da polizze assicurazione
Il responsabile del Tesoro ha notato come il valore di case e immobili aziendali in Italia si aggiri sugli 8.000 miliardi di euro. Di questo, la copertura contro il rischio calamità copre appena 675 miliardi, il 9% del totale. Raffronto imbarazzante con Francia e Germania, dove il tasso di copertura si aggira intorno al 60%.
Questi numeri sono allarmanti. L’Italia è esposta al dissesto idrogeologico per la stragrande maggioranza del proprio territorio. Milioni di abitazioni costruite a ridosso dei letti dei fiumi, su terreni franabili collinari e montani e in aree sismiche, ogni giorno rischiano grosso per una pioggia un po’ più violenta del solito o una scossa di certa magnitudo. L’abusivismo edilizio è stato e continua ad essere un male cronico e causa di tante tragedie e lutti. Va da sé che le sole assicurazioni non basterebbero a sventare tali rischi, ma come si suole dire in questi casi, farebbero piangere con un occhio.
Perché così poche case risultano assicurate contro il rischio calamità e incendi? Scarsa cultura della prevenzione, anzitutto.
Stipendi bassi non permettono alta copertura
Tuttavia, non è che gli italiani non abbiano bene in mente le conseguenze di un terremoto o di un’alluvione per le loro case. Semplicemente, molti non possono permettersi di stipulare una polizza contro il rischio calamità, incendi, ecc. Gli stipendi medi sono notoriamente bassi e bastano a stento spesso per coprire le spese. Siamo l’unica economia avanzata nel mondo in cui risultano scesi in termini reali tra il 1990 e il 2020. E la discesa sta accelerando con l’alta inflazione di questi anni. Si stima un crollo reale del 7,5% per la prima metà del 2023. Il potere di acquisto sprofonda, altro che polizza casa.
E’ il dramma dell’Italia di oggi. Converrebbe a tutti proteggersi contro il rischio calamità, ma non esiste perlopiù una simile opportunità. Ciò accresce i costi patiti nel caso sfortunato in cui l’evento avverso accada. E il problema riguarda anche le imprese, come dimostra l’alluvione di maggio in Emilia-Romagna, con molti capannoni in attesa di indennizzi statali che tardano ad arrivare.
Rischio calamità, scarsa consapevolezza in Italia
Al di là dell’aspetto economico, manca la consapevolezza. Abbiamo bisogno di rivedere molte delle nostre priorità di spesa come cittadini italiani. Anziché pensare all’uovo oggi, meglio curarsi anche della gallina domani. Perché se è vero che molte famiglie non avrebbero la possibilità di stipulare una polizza casa contro il rischio calamità, d’altra parte hanno speso nel 2022 ben 131 miliardi nelle scommesse su lotto, superenalotto, poker online, ecc.