Parrucchieri ed estetiste nella fase 2: come ripartire con la booking economy

Secondo un’indagine di Uala il settore della bellezza dovrà puntare a nuove politiche sui prezzi ma anche all’e-commerce.
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5 anni fa
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Parrucchieri ed estetisti aperti dopo nuovo Dpcm

Non solo il turismo. Anche il settore della bellezza è stato pesantemente colpito dal coronavirus, non solo dal punto di visto economico ma anche sociale. Per il 58 per cento degli operatori del settore, serviranno almeno 4 mesi per poter tornare agli stessi livelli di fatturato registrati prima dell’emergenza coronavirus. 

Booking economy e Nuove politiche sui prezzi

Secondo un’indagine di Uala, Osservatorio sui comportamenti e le aspettative di consumatori, professionisti e aziende del settore beauty nella nuova normalità, il settore della bellezza dovrà puntare a nuove politiche sui prezzi ma anche all’e-commerce e la cosiddetta booking economy.

Una volta che parrucchieri, estetisti e saloni potranno riaprire è chiaro che cambierà del tutto l’esperienza fisica sul posto, un pò come accadrà per i negozi di abbigliamento in fondo. In base alla ricerca è emerso che la maggior parte degli italiani ha continuato a prendersi cura della propria persona anche a casa, acquistando determinati prodotti professionali anche online. I gestori dei saloni, insomma, potranno puntare all’e-commerce per la vendita di prodotti, stesso sistema utilizzato già da tempo dai negozi di abbigliamento. 

Una volta che parrucchieri e saloni potranno riaprire è chiaro che sarà impossibile entrare come un tempo e condividere gli stessi spazi con altre persone. Una soluzione sembra essere la booking economy ossia la prenotazione della piega o della ceretta da fare direttamente online, tramite app o sito. I clienti, infatti, potrebbero preferire proprio quei saloni che permettono di prenotare tramite il web l’appuntamento. 

Dal lato operatore, non sarà più possibile ospitare contemporaneamente più clienti. In tal senso la flessibilità, anche per gli orari di apertura, diventerà necessaria riorganizzando i turni dei lavoratori per accontentare i clienti. Tra gli scenari, quella delle aperture serali, visto che molti italiani sembrano preferire la sera piuttosto che la mattina per recarsi dal parrucchiere. 

I prezzi potrebbero salire

Il tasto dolente riguarda i prezzi.

Una percentuale del 9 per cento dei saloni avrebbe dichiarato di essere pronto a rivedere al rialzo il costo dei servizi, soprattutto per appuntamenti riservati il venerdì e sabato. E’ chiaro che potendo ospitare meno clienti e dovendo garantire la sicurezza per clienti e lavoratori, un costo più alto è possibile. A quel punto, come ha dichiarato Giampiero Marinò “potremmo vedere maggiorati i costi del trattamento negli orari più ambiti oppure i saloni potrebbero decidere di far spostare la domanda sui giorni generalmente più liberi, anche con promozioni aggressive”. Si parla quindi di abbonamenti o pacchetti scontati da acquistare in anticipo per risparmiare. 

Un ultimo scenario vede l’aumento del coworking, ossia spazi condivisi tra più saloni, soprattutto per quei piccoli negozi che forse da soli non riuscirebbero a garantire la distanza di sicurezza e orari prolungati.

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