“Puoi controllare un elefante pazzo; puoi chiudere la bocca dell’orso e della tigre; cavalcare il leone e giocare con il cobra; dall’alchimia puoi imparare il tuo sostentamento; puoi vagare nell’universo in incognito; rendere vassalli gli dei; essere sempre giovane; puoi camminare sull’acqua e vivere nel fuoco; ma il controllo della mente sarà la cosa più difficile di tutte“, affermava Paramahansa Yogananda.
Riuscire a controllare tutto, purtroppo, non è possibile. Vi sono sempre delle cose che sfuggono ai nostri sensi e su cui non possiamo agire.
Partita IVA, perché se l’hai aperta da poco sei più esposto ai controlli
Stando a quanto previsto dall’articolo 1, comma 148, della legge numero 197 del 29 dicembre 2022:
“All’articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di dichiarazioni di inizio, variazione e cessazione attività dopo il comma 15-bis sono inseriti i seguenti: “15-bis.1. Ai fini del rafforzamento del presidio di cui al comma 15-bis, l’Agenzia delle entrate effettua specifiche analisi del rischio connesso al rilascio di nuove partite IVA, all’esito delle quali l’ufficio dell’Agenzia delle entrate invita il contribuente a comparire di persona presso il medesimo ufficio, […] per consentire in ogni caso la verifica dell’effettivo esercizio dell’attività […] e per dimostrare, sulla base di documentazione idonea, l’assenza dei profili di rischio individuati. In caso di mancata comparizione di persona del contribuente ovvero di esito negativo dei riscontri operati sui documenti eventualmente esibiti, l’ufficio emana provvedimento di cessazione della partita IVA“.
Proprio dando seguito a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, così come si evince dal provvedimento numero 156803 del 16 maggio 2023, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito le nuove norme che verranno applicate durante i controlli inerenti l’attribuzione di una nuova partita IVA.
Criteri di valutazione del rischio
L’Agenzia delle Entrate valuterà il profilo di un contribuente e l’eventuale rischio di evasione tenendo in considerazione vari elementi. Tra questi si annoverano tipologia e modalità di svolgimento dell’attività, eventuali anomalie economico – contabili e la posizione fiscale del soggetto titolare della partita IVA. Ma non solo, gli elementi di rischio sono definiti prendendo in considerazione le informazioni derivanti dalle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, quelle acquisite da altre banche dati pubbliche e private e altri enti.
Nel caso in cui un contribuente riceva la notifica del provvedimento di cessazione può richiedere l’attribuzione di una nuova partita Iva. A tal fine è necessario che sia rilasciata una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria. Quest’ultima deve avere una durata pari almeno a tre anni, per un importo non inferiore a 50 mila euro. Nel caso in cui siano state commesse delle violazioni fiscali prima dell’emanazione del provvedimento di cessazione della partita Iva, l’importo della fideiussione deve essere pari alle somme dovute, se superiori a quota 50 mila euro.