Partita IVA: modifiche al principio di cassa (decreto IRPEF) – esempio

Il decreto IRPEF-IRES rivoluziona il principio di cassa per i professionisti, introducendo regole innovative per la gestione dei redditi.
30 minuti fa
2 minuti di lettura
principio cassa irpef
Foto © Investireoggi

Con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 192/2024, conosciuto anche come decreto IRPEF-IRES, dal 31 dicembre 2024 cambia profondamente la disciplina relativa alla determinazione del reddito per i lavoratori autonomi.

Questo intervento normativo modifica l’articolo 54 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), introducendo rilevanti novità sul principio di cassa, con implicazioni significative per i professionisti e i loro obblighi fiscali.

La determinazione del reddito con il principio di cassa

Secondo la disciplina tradizionale, il reddito derivante da attività di lavoro autonomo (ossia del professionista) viene calcolato sulla base del principio di cassa.

Questo principio stabilisce che il reddito imponibile è dato dalla differenza tra i ricavi e compensi effettivamente incassati e le spese realmente sostenute nell’anno d’imposta.

Con il decreto IRPEF – IRES, il concetto di principio di cassa viene ampliato, introducendo quello che potrebbe essere definito un principio di cassa allargato (come i lavoratori dipendenti). Questa nuova impostazione modifica il momento in cui i compensi devono essere dichiarati, considerando non solo la disponibilità effettiva delle somme sul conto del professionista, ma anche l’obbligo del committente di effettuare la ritenuta d’acconto.

La nuova regola di imputazione

La normativa modificata stabilisce che, se un compenso è soggetto a ritenuta d’acconto, il reddito corrispondente deve essere attribuito al periodo d’imposta in cui il sostituto d’imposta (il committente) è obbligato ad effettuare la ritenuta. Ciò rappresenta un significativo cambiamento rispetto al passato, in cui la data di effettiva disponibilità materiale del compenso sul conto del professionista era il criterio determinante.

Questa modifica ha lo scopo di eliminare discrepanze temporali tra i redditi dichiarati dal professionista e le ritenute operate dal committente, riducendo potenziali errori o incongruenze nei dichiarativi fiscali.

Esempio Pratico: Il Caso del Sig. Rossi

Per comprendere meglio le implicazioni pratiche del nuovo sistema, si consideri il seguente esempio:

  • Il Sig. Rossi, un professionista, deve ricevere dal Sig. Bianchi, il suo committente, un compenso di 1.000 euro soggetto a ritenuta d’acconto.
  • Il Sig. Bianchi predispone il bonifico il 31 dicembre 2024, effettuando contestualmente la ritenuta d’acconto.
  • Il bonifico viene accreditato sul conto del Sig. Rossi il 3 gennaio 2025.

Secondo la normativa precedente, il compenso sarebbe stato considerato reddito del 2025, in quanto accreditato materialmente in quell’anno.

Anche la ritenuta d’acconto sarebbe stata scomputabile solo nel 2025. Tuttavia, con il nuovo principio di cassa allargato, il reddito si considera prodotto nel 2024, poiché è in quell’anno che il committente ha maturato l’obbligo di ritenuta.

Di conseguenza:

  • Il reddito di 1.000 euro sarà imputato al 2024.
  • La ritenuta d’acconto subita potrà essere scomputata nel 2024.

Le implicazioni del nuovo principio di cassa

Questa modifica normativa ha importanti ripercussioni sia per i professionisti che per i committenti. In primo luogo, elimina i disallineamenti tra quanto dichiarato dai professionisti e quanto certificato dai committenti nei modelli di Certificazione Unica. In secondo luogo, semplifica la gestione fiscale per entrambe le parti, favorendo una maggiore coerenza nei flussi di informazioni fiscali.

Allo stesso tempo, i professionisti devono prestare particolare attenzione a monitorare le date in cui i committenti eseguono i pagamenti e le relative ritenute, poiché queste influenzeranno direttamente il periodo d’imposta in cui i redditi dovranno essere dichiarati.

Riassumendo

  • Il decreto IRPEF-IRES introduce un principio di cassa allargato per i professionisti.
  • Redditi dichiarati secondo l’obbligo di ritenuta del committente, non solo disponibilità effettiva.
  • Compensi soggetti a ritenuta imputati al periodo del pagamento, indipendentemente dall’accredito.
  • Elimina discrepanze tra redditi dichiarati e certificati, semplificando la gestione fiscale.
  • Richiede monitoraggio attento di pagamenti e obblighi di ritenuta per corretta dichiarazione.
  • Migliora trasparenza e sincronizzazione tra committenti e professionisti nella gestione tributaria.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

ricorso multe
Articolo precedente

Ricorso multe, come difendersi contro le sanzioni ingiuste

Articolo seguente

Bond convertibile con rendimento negativo al 40%: cosa c’è sotto?