Partite IVA collaborazioni irregolari: ecco la sanatoria

Come funziona per i committenti la sanatoria per le Partite Iva che svolgevano lavoro subordinato?
9 anni fa
1 minuto di lettura

Con l’articolo 2, comma 1 del decreto legislativo 81/2015 sono scattate maggiori restrizioni, rispetto al passato, per quel che riguarda le collaborazioni coordinate e continuative e la possibilità per le aziende di estinguere, con una sanatoria, gli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali connessi al lavoro autonomo (Partite Iva).   Il Jobs Act, infatti, ha riformato il lavoro subordinato vietando, di fatto, il contratto a progetto già dallo scorso 25 giugno e dal 1 gennaio 2016 tutte le collaborazioni coordinate e continuative eterodirette.   La collaborazione coordinata e continuativa resta possibile solo quanto non presenti caratteristiche di lavoro subordinato e quindi non sia sottoposto all’organizzazione del committente su luogo e tempistica dello svolgimento della mansione.

  Rimarranno gestite come lavoro autonomo soltanto quelle collaborazioni in cui il collaboratore decide come, dove e quando lavorare.  

Sanatoria Partite Iva: come funziona?

Per tutti i committenti che hanno avuto nel corso del 2015, e continuano ad avere anche nel 2016, collaborazioni che non rispettino tali requisiti sarà possibile sanare l’irregolarità senza pagare alcuna sanzione. Per invocare il salvagente in questione ai committenti , però, non devono essere stati accertati illeciti in seguito a accessi ispettivi effettuati in una data antecedente l’assunzione per stabilizzare i collaboratori in questione.   Quali sono i parametri da rispettare da parte dei committenti per poter attivare tale sanatoria? Per regolarizzare i rapporto di lavoro etero-diretti è necessario:

  • l’esistenza di precedenti rapporti di lavoro cococo a titolari di partita Iva
  • accordi transattivi con gli ex collaboratori
  • assunzione degli ex collaboratori con contratto di lavoro parasubordinato a tempo indeterminato
  • il mantenimento in servizio del lavoratore assunto per almeno 12 mesi
  • condizione che non siano stati effettuati accessi ispettivi prima della data dell’assunzione.
  • Il licenziamento è ammesso solo per giusta causa o giustificato motivo oggettivo.

Quindi per accedere alla sanatoria e non incorrere in sanzioni penali i committenti devono assumere gli ex collaboratori a tempo indeterminato e mantenerli in attività almeno per 12 mesi, periodo durante il quale l’ex collaboratore non può essere licenziato se non per giusta causa o per giustificato motivo oggettivo.

In caso di diverso licenziamento esso trascinerebbe con se anche tutte le contestazioni relative alle posizioni del passato.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Serbia, in arrivo bond per 1 miliardo di euro

Articolo seguente

Conguaglio in busta paga: ecco come si calcola e qual’è la scadenza