Passaggio al part time: di quanto si sposta la pensione?

Il contratto di lavoro part-time incide sulla pensione futura? Chi ha il part-time va in pensione più tardi rispetto a chi ha il full-time?
1 anno fa
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Passaggio al part time: di quanto si sposta la pensione?
Foto © Pixabay

Soprattutto in ambito scolastico e soprattutto gli insegnanti, chiedono la trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a part-time. La trasformazione non è automatica. Bisogna presentare apposita domanda.

Qualche nostro lettore ci chiede di sapere come il part-time incide poi sulla futura pensione. Si andrà in pensione più tardi? L’importo della pensione mensile sarà più basso?

Le tre tipologie di contratto

Innanzitutto appare utile ricordare che di contratti di lavoro part-time ne esistono di diverse tipologie. In dettaglio c’è:

  • part-time orizzontale (la prestazione lavorativa è ridotta in tutti i giorni lavorativi. Quindi, si lavora tutti i giorni ma con orario ridotto rispetto a quello ordinario);
  • contratto part-time verticale (si lavora solo alcuni giorni della settimana, del mese o di determinati periodi dell’anno);
  • part-time misto (è una combinazione tra quello orizzontale e verticale. Quindi, si lavora in certi giorni e con orario ridotto).

Il ricorso al lavoro part-time è frequente non solo nel settore privato ma anche nel settore pubblico.

A volte è direttamente l’azienda o l’ente a proporlo. Altre volte è il lavoratore stesso a chiederlo perché ha esigenze proprie.

Come il part-time incide sulla pensione

Andando a rispondere ai nostri lettori, diciamo subito che il contratto di lavoro part-time non incide sugli anni di anzianità contributiva.

Quindi, con il part-time la data del pensionamento non si allontana, nel senso che il periodo di lavoro part-time è considerato per intero (52 settimane per ogni anno) ai fini del diritto alla pensione.

Il problema, invece, si pone sul montante contributivo. Un contratto di lavoro part-time significa anche una retribuzione mensile più bassa rispetto a un full-time. Quindi, significherebbe un assegno mensile di pensione più basso rispetto a chi ha lavorato con il full.

Inoltre, i periodi di lavoro part-time, diminuendo il montante contributivo, potrebbero indurre l’interessato a dover posticipare la data della cessazione così da poter raggiungere l’importo pensionistico desiderato.

Riassumendo…

  • i contratti di lavoro part-time sono di tre tipi, ossia:
    • orizzontale (si lavori tutti i giorni con orario ridotto)
    • verticale (si lavora solo alcuni giorni della settimana, del mese o dell’anno)
    • misto (è una combinazione tra quello orizzontale e verticale)
  • il contratto di lavoro part-time non incide sulla data della pensione (si matura la stessa anzianità contributiva di chi ha un full-time)
  • il contratto di lavoro part-time, invece, incide sul montante contributivo (quindi, significa pensione mensile più bassa).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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