L’industria del turismo è stata, e continua a esserlo, tra le più colpite dalla pandemia. I lockdown, le restrizioni imposte dai vari governi nazionali, la chiusura delle frontiere, la paura di viaggiare: sono tanti gli elementi che hanno portato il settore del turismo a una crisi mai conosciuta prima d’ora.
Per questo motivo si guarda con estremo interesse al passaporto vaccinale, lo strumento che potrebbe rilanciare i viaggi nel corso dei prossimi mesi, anche se non mancano i dubbi e le polemiche.
Passaporto vaccinale, sì convinto da Grecia, Spagna e Islanda
La Grecia è tra i Paesi che più si sono mossi convintamente in direzione di un passaporto vaccinale. D’altronde, la scelta non sorprende: l’economia della nazione ellenica si basa in larga parte sul turismo, e un’estate senza turisti significherebbe per la Grecia un disastro su tutta la linea.
Un discorso analogo va fatto anche per Spagna e Islanda. La nazione iberica ha confermato il suo sì al passaporto Covid, senza contare come alcune iniziative a livello locale (le isole Baleari, ad esempio) si siano già candidate a fare da sorta di apripista.
Per quanto riguarda invece la piccola isola islandese è stata tra le prime in Europa a promuovere il passaporto vaccinale, che consentirà ai turisti di visitare senza restrizioni il suo territorio a partire dal mese di maggio.
Cosa ne pensa la Commissione UE
Se è vero che c’è più di una nazione pronta a rilanciare l’industria turistica del proprio Paese attraverso l’utilizzo del passaporto Covid-19, è altrettanto vero che la posizione della Commissione UE al riguardo non è tra le più entusiaste, per usare un eufemismo: “Vogliamo avere un approccio digitale europeo per uso medico. Nei prossimi mesi poi vedremo se ci sarà la possibilità di usarlo per altri scopi, come i viaggi.
Vedi anche: Passaporto vaccinale per viaggi e spostamenti: la situazione nei paesi europei
L’idea del passaporto digitale per i vaccinati: ipotesi e dubbi allo studio