Sulla causa per la pasta contaminata dalla presenza di microtossine nel grano, il Tribunale Civile di Roma, contro le 8 marche coinvolte (tra cui Barilla, De Cecco, Divella, La Molisana e Garofalo) ha dato ragione all’Associazione di consumatori e produttori di grano duro del Mezzogiorno ‘GranoSalus’ e a ‘I Nuovi Vespri’.
I produttori di pasta avevano contestato i criteri di analisi utilizzati per esaminare la qualità della pasta nonché la pubblicazione sui siti delle associazione di informazioni considerate allarmistiche. Per questo era stata chiesta la rimozione da internet di alcuni articoli ritenuti fuorvianti.
Gli industriali della pasta avevano anche criticato la metodologia delle analisi che “non erano state effettuate con gli accorgimenti e le regole che ne avrebbero potuto garantire l’attendibilità”. Ma anche su questo il Tribunale di Roma gli ha dato torto sostenendo che “le analisi sono state effettuate da primario laboratorio, con metodo scientifico”. La controparte, chiude il Tribunale chiamato a decidere su quella che è stata ribattezzata la “guerra del grano”, avrebbe dovuto presentare prove se avesse voluto dimostrare che le analisi non erano attendibili. Ma non lo ha fatto: “le reclamanti non hanno prodotto delle contro-analisi né sui lotti indicati e analizzati (dei quali esse avrebbero l’obbligo di conservare un campione), ma nemmeno su altri lotti di pasta, il che induce, verosimilmente, a ritenere che effettivamente nella pasta prodotta dalle società reclamanti fossero presenti i contaminanti indicati nell’articolo”.
Ma mangiare la pasta di questa marche è sicuro? E’ questo poi che interessa i tanti lettori che ci scrivono. A questo proposito, per onore di cronaca, va detto che i limiti delle micro tossine rivelate nel grano sono comunque al di sotto della soglia massima consentita dalla regolamentazione europea.
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