Oggi si fa un gran parlare della possibile introduzione di una spaventosa patrimoniale sul conto corrente, che dovrebbe colpire i risparmi degli italiani. In realtà, la patrimoniale sul conto corrente e sul conto deposito titoli esiste già da tantissimo tempo e si chiama “imposta di bollo”.
Questa imposta è direttamente addebitata dall’istituto bancario, motivo per il quale, spesso, il contribuente tende a non dargli alcuna importanza, quasi come se non esistesse. Cerchiamo meglio di capire di cosa si tratta.
Patrimoniale sul conto corrente? Si chiama imposta di bollo
L’imposta di bollo sul conto corrente è una patrimoniale ricorrente che colpisce ogni singolo rapporto bancario e postale.
Si tratta di un’imposta che risale al 1972 e che colpisce tutti i soggetti che possiedono un conto corrente bancario o postale, anche se lo movimentano pochissimo. Per le persone fisiche questa imposta è pari a 34,20 euro all’anno, mentre per le aziende è di 100,00 euro.
Ad ogni modo, l’imposta di bollo non è dovuto se il correntista:
- detiene una giacenza media annua inferiore a 5.000 euro;
- ha un Isee inferiore a 7.500 euro.
Imposta di bollo sul conto deposito
L’imposta di bollo sul deposito titoli, invece, è stata introdotta nel 2012. Si tratta di un’altra patrimoniale che colpisce tutti gli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi comuni, certificati di deposito, ETF, ecc.) custoditi dagli intermediari finanziari per conto dei loro clienti.
Questa imposta è pari allo 0,2% della giacenza presente ad una certa data, ossia al termine del periodo di rendicontazione.
Per le persone giuridiche c’è un tetto massimo di 14.000,00 euro, mentre non c’è nessun limite massimo per le persone fisiche.
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