I fatti di Kabul costringono i mercati a fuggire dal clima vacanziero di questi giorni per interrogarsi sulle conseguenze che gli eventi avranno per l’intero pianeta. Innegabile che il ritorno al potere dei talebani rappresenti un secondo Vietnam per la storia americana. E stamattina, il Treasury a 10 anni è sceso a un rendimento dell’1,26% dall’1,35% di venerdì scorso. In generale, il mercato dei bond sta performando bene in queste ore sulla paura per le conseguenze geopolitiche ed economico-finanziarie di quanto sta accadendo in Asia.
I rendimenti italiani si stanno mantenendo sostanzialmente stabili, con il BTp a 10 anni in area 0,55%. In lieve risalita lo spread BTp-Bund a 102 punti base. Insomma, nulla di rilevante in Europa. Fatto sta che la presa del potere dei talebani in Afghanistan sostiene e sosterrà verosimilmente i prezzi dei bond nelle prossime settimane.
L’impatto di Kabul sui bond
Non è solo la paura in sé ad impattare sul mercato. C’è il rischio che gli eventi prendano una piega ostile alla ripresa dell’economia mondiale. Le tensioni USA-Cina potrebbero montare ulteriormente, mentre i movimenti delle persone potrebbero tardare a riprendere dopo la pandemia, a seguito dei timori per la minore sicurezza in alcune aree del pianeta, specie in Asia.
Sarà anche per questo che l’oro non si stia scaldando in queste ore. Il prezzo del metallo resta inchiodato ai 1.775 dollari l’oncia. Evidentemente, gli investitori non intravedono un rischio imminente di surriscaldamento dei prezzi al consumo. E, in effetti, il petrolio sta ripiegando decisamente sotto i 70 dollari al barile. Questo significa, però, che i fatti di Kabul impatterebbero negativamente sulla ripresa globale, quando eppure si stava diffondendo un certo ottimismo sui numeri del PIL di questi mesi.
Le modalità di gestione della vittoria da parte dei talebani saranno dirimenti per capire in quale direzione gli eventi geopolitici andranno.