Pec: a cosa serve e chi è obbligato ad aprirla

La Posta Elettronica Certificata ha lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno; nasce l’obbligo della comunicazione nel Registro Imprese ed è utile in caso di contenzioso.
9 anni fa
3 minuti di lettura

Sanzioni in caso di mancata comunicazione

Le imprese individuali attive e non soggette a procedura concorsuale, sono tenute a depositare, presso l’ufficio del registro delle imprese competente, il proprio indirizzo di posta elettronica certificata. L’ufficio del registro delle imprese che riceve una domanda di iscrizione da parte di un’impresa individuale che non ha iscritto il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, in luogo dell’irrogazione della sanzione prevista dall’articolo 2630 del codice civile, sospende la domanda fino ad integrazione della domanda con l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) e comunque per quarantacinque giorni, trascorso tale periodo, la domanda si intende non presentata.

La Posta Elettronica Certificata garantisce , in caso di contenzioso, l’opponibilità a terzi del messaggio

La Posta Elettronica Certificata ha il medesimo valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno con attestazione dell’orario esatto di spedizione. Il sistema di Posta Certificata, grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, è in grado di garantire la certezza del contenuto non rendendo possibili modifiche al messaggio, sia per quanto riguarda i contenuti che eventuali allegati. Il termine “Certificata” si riferisce al fatto che il gestore del servizio rilascia al mittente una ricevuta che costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio ed eventuali allegati. Allo stesso modo, il gestore della casella PEC del destinatario invia al mittente la ricevuta di avvenuta consegna. I gestori certificano quindi con le proprie “ricevute” che il messaggio:

  • è stato spedito;
  • è stato consegnato;
  • non è stato alterato.

In ogni avviso inviato dai gestori è apposto anche un riferimento temporale che certifica data ed ora di ognuna delle operazioni descritte. I gestori inviano ovviamente avvisi anche in caso di errore in una qualsiasi delle fasi del processo (accettazione, invio, consegna) in modo che non possano esserci dubbi sullo stato della spedizione di un messaggio. Nel caso in cui il mittente dovesse smarrire le ricevute, la traccia informatica delle operazioni svolte, conservata dal gestore per 30 mesi, consentirà la riproduzione, con lo stesso valore giuridico, delle ricevute stesse.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Calcolo contributi: no ad arrotondamento per pensione statali e docenti

Articolo seguente

Detrazione assegno di mantenimento figli e coniuge, quando è deducibile?