L’articolo 29 del Decreto Legge semplificazione, approvato dal consiglio dei ministri in data 7 luglio 2020, fra le tante misure contenute, prevede sanzioni pesantissime per i professionisti che non comunicano la propria pec al proprio albo di appartenenza.
Il provvedimento, si legge all’interno del Decreto Legge Semplificazione, intende “favorire l’uso della posta elettronica certificata nei rapporti tra pubblica amministrazione, imprese e professionisti, attraverso il completamento dei percorsi di transizione digitale”.
L’obbligo, in realtà, ara già stato imposto da una normativa non recentissima, la quale, però, non prevedeva sanzione alcuna.
Le sanzioni per chi non comunica la propria Pec
Il provvedimento, se vogliamo, era già stato posto in essere da alcune norme del cosiddetto CAD, il codice dell’amministrazione digitale, le quali, sostanzialmente, “impongono alle imprese costituite in forma societaria, la comunicazione del proprio indirizzo Pec al Registro delle imprese e, ai professionisti iscritti in albi ed elenchi, la comunicazione ai rispettivi ordini o collegi”.
La misura, in larga parte, non è stata rispettata, in primo luogo perché non erano
Oggi, però, l’articolo 29 del dl semplificazione, prevede sanzioni pesanti per gli inadempienti:
“si introduce l’obbligo di diffida da adempiere, entro trenta giorni, da parte del collegio o ordine di appartenenza”, in un secondo momento, in caso di inottemperanza alla diffida, si prevede “la sanzione della sospensione dal relativo albo fino alla comunicazione del domicilio digitale”.
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