La PEC è obbligatoria anche per i forfettari?

Le imprese ed i professionisti sono obbligati ad avere la PEC (domicilio digitale). Il dubbio è se questo obbligo vale anche per il regime forfettario
2 anni fa
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cartelle via PEC

Che la PEC (posta elettronica certificata) sia divenuta obbligatoria per imprese e professionisti è risaputo. Serve per le comunicazioni da e verso la pubblica amministrazione.

Molti però ci chiedono se avere la PEC è obbligatorio anche per coloro che hanno partita IVA e agiscono in regime forfettario. Il dubbio sorge propria per via del fatto che si tratta di un regime fiscale molto semplificato ed esonerato da diversi adempimenti fiscali.

Ad esempio, chi è in regime forfettario non deve fare gli ISA, non paga l’IRAP e, quindi, non deve presentare la relativa dichiarazione.

Stesso discorso dicasi per l’IVA. Non applica ritenuta d’acconto in fattura. Non è obbligato alla fatturazione elettronica.

Tuttavia, per quest’ultimo esonero occorre fare una precisazione. Dal 1° luglio 2022 è scattato anche per i forfettari l’obbligo di emettere fattura elettronica. Ciò solo laddove nell’anno precedente sono stati conseguiti ricavi/compensi superiori a 25.000 euro.

Poi dal 1° gennaio 2024, tutti i forfettari avranno obbligo di fattura digitale, indipendentemente dal volume di ricavi/compensi.

La fatturazione elettronica, invece, è stata (e resta) sempre obbligatoria anche per i forfettari laddove si tratta di fattura emessa verso la pubblica amministrazione.

A cosa serve la PEC

La PEC (posta elettronica certificata) è un’mail che produce gli stessi effetti legali di una raccomandata.

Inviare una PEC significa avere certificazione legale che il destinatario ha ricevuto la comunicazione inviata. Oggi come oggi la PEC serve a comunicare con la pubblica amministrazione.

Inviare un documento via PEC al comune è come averlo protocollato fisicamente allo sportello. E, quindi, ha valore legale a tutti gli effetti.

La PEC rappresenta anche il domicilio digitale per imprese e professionisti. Ossia, tutte le comunicazione che la pubblica amministrazione deve fare alla partita IVA saranno recapitate all’indirizzo PEC scelto alla partita IVA stessa.

Diversi sono i provider che offrono il servizio di creazione dell’indirizzo PEC (Aruba, Infocert, ecc.).

L’attivazione ha un costo e ogni provider pratica un’offerta diversa.

La PEC per il regime forfettario

Per quanto riguarda l’obbligatorietà o meno di avere un indirizzo PEC da parte di chi ha partita IVA in regime forfettario, dipende a seconda dei casi. In sintesi:

  • se chi è in regime forfettario è un professionista iscritto ad un albo professionale (ad esempio commercialista, avvocato, consulente del lavoro, ecc.) questi è obbligato ad avere la PEC ed a comunicarla all’albo stesso. Nel caso in cui si fa ciò, si rischia fino alla cancellazione dall’albo stesso
  • laddove la partita IVA forfettaria è iscritta alla Camera di Commercio, c’è obbligo d avere PEC e comunicarla alla Camera stessa. Se ciò non è fatto si rischia una sanzione da 30 euro a 1.500 euro.

L’ultimo caso è quello di un regime forfettario che non è iscritto a nessun albo professionale e nemmeno alla Camera di Commercio. In questo caso si dovrebbe anche avere la PEC, solo che nei fatti se non la si ha non è applicabile alcuna sanzione .

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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