Pensionamento d’ufficio: non è una scelta ma un obbligo

Il pensionamento d'ufficio non è una scelta dell'amministrazione ma un obbligo per legge dopo la riforma della pubblica amministrazione del 2014.
6 anni fa
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pensione minima e assegno inclusione

Buongiorno, sono una dipendente comunale, ho compiuto 65 anni di età il 27/08/2018 e 41 anni e 10 mesi di contributi il 31/01/2019, il comune mi ha mandato la lettera di pensionamento, vorrei sapere se avesse potuto tenermi in servizio, con il mio consenso, fino al compimento di 67 anni?

Pensionamento d’ufficio pubblica amministrazione

Dopo la riforma della pubblica amministrazione del 2014 sono cambiate le regole per quel che riguarda il trattenimento in servizio e il collocamento a riposo d’ufficio nelle pubbliche amministrazioni.

Gli enti pubblici, infatti, sono obbligati a collocare a riposo d’ufficio il personale che, al compimento dei 65 anni di età abbiano raggiunto un qualsiasi diritto alla pensione (quindi il raggiungimento dei contributi previsti per l’accesso alla pensione anticipata, ovvero 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini).

Non si tratta di una libera scelta dell’amministrazione ma di un obbligo per raggiunti limiti di età unitamente alla maturazione di un diritto alla pensione.

In conclusione

La risposta alla sua domanda, quindi, è no, anche dietro sua richiesta il Comune non avrebbe potuto mantenerla in servizio trattandosi di un obbligo di collocamento a riposo di ufficio. Unitamente a questa normativa, infatti, è stato abolito anche l’istituto del trattenimento in servizio (mantenuto soltanto per chi, al compimento dei 67 anni di età non ha raggiunto i 20 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia, a patto che riesca a raggiungere il requisito contributivo richiesto entro i 71 anni di età).