Per i dipendenti pubblici è previsto, al raggiungimento dei requisiti per accedere alla pensione, il pensionamento forzato. Diversa, invece, è la strada per il dipendente privato, che ha il diritto di mantenere il posto di lavoro fino al compimento dei 70 anni e 7 mesi di età se assunto in un’azienda con più di 15 dipendenti e assunto prima dell’entrata in vigore del Jobs Act.
Le tutele per i lavoratori ingiustamente licenziati, in vigore prima dell’entrata in vigore del Jobs Act, infatti, prevedono il reintegro sul posto di lavoro fino al compimento dei 70 anni e 7 mesi anche qualora abbia raggiunto l’età pensionabile necessario al pensionamento.
Con la legge Fornero, inoltre, oltre ad aver innalzato i requisiti necessari al pensionamento, ha introdotto incentivi per coloro che, pur avendo raggiunti i requisiti per il pensionamento, decidono di rimanere in servizio fino al raggiungimento dei 70 anni di età. Tali incentivi, oltre a garantire la conservazione del posto di lavoro fino all’età di 70 anni e 7 mesi, ha anche la garanzia di non poter essere licenziato senza motivo.
Da che età, quindi, il dipendente può essere posto in pensione forzatamente?
Per i dipendenti pubblici, come abbiamo anticipato sopra, al raggiungimento del diritto alla pensione. Per i dipendenti privati la legge differenzia le aziende con meno di 15 dipendenti e quelle che ne hanno di più.
Per le aziende che non raggiungono i 15 dipendenti, infatti, il lavoratore conserva il posto di lavoro fino al compimento dell’età pensionabile che, fino al 2018, è fissata a 66 anni e 7 mesi se possiede almeno 20 anni di contributi. Per le aziende con oltre 15 dipendent, invece, il lavoratore non può essere licenziato prima del compimento di 70 anni e 7 mesi.
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