La perequazione automatica rappresenta un meccanismo essenziale per garantire che le pensioni mantengano il loro potere d’acquisto nel tempo, adeguandosi all’inflazione. Tuttavia, per il 2025, le nuove norme introdotte dalla Legge di Bilancio delineano un panorama complesso e, per alcuni, controverso. In particolare, i pensionati italiani residenti all’estero vedranno esclusioni specifiche da questi adeguamenti, con implicazioni significative per molti di loro.
Il ritorno alla rivalutazione pensioni a fasce
Nel 2025, il sistema di rivalutazione delle pensioni si basa nuovamente su un approccio a fasce differenziate, una metodologia che applica tassi di rivalutazione variabili in base all’importo della pensione. Questo modello prevede:
- per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo: l’intero tasso di rivalutazione dello 0,8% viene applicato.
- per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo: si applica un tasso ridotto dello 0,72%.
- per le pensioni superiori a cinque volte il trattamento minimo: il tasso di rivalutazione scende ulteriormente, attestandosi allo 0,60%.
Questo approccio mira a distribuire in modo equo gli incrementi pensionistici, concentrando i benefici maggiori sulle fasce più basse. Tuttavia, un aspetto centrale del 2025 riguarda l’esclusione di alcuni pensionati da questo processo.
Esclusione dei pensionati all’estero
La Legge di Bilancio 2025 introduce una misura “eccezionale” che esclude i pensionati residenti all’estero dall’adeguamento delle pensioni al costo della vita, salvo alcune limitate eccezioni. Questo significa che i trattamenti pensionistici superiori al minimo INPS non subiscono alcuna rivalutazione annuale per coloro che risiedono fuori dall’Italia.
Questa decisione potrebbe avere conseguenze significative. Mentre l’inflazione continua a erodere il valore reale delle pensioni, l’assenza di rivalutazioni potrebbe rappresentare una sfida per mantenere il potere d’acquisto.
I nuovi importi del trattamento minimo
L’aspetto centrale riguarda il trattamento minimo. Per il 2025, questo importo è fissato a 598,61 euro. La Legge di Bilancio 2025 prevede un aumento straordinario del 2,2%, portando il trattamento minimo a 616,67 euro. Questo incremento aggiuntivo si somma al tasso base dello 0,8%, rendendo il trattamento minimo una priorità nella distribuzione degli aumenti.
Inoltre, per i pensionati con assegno sociale e almeno 70 anni di età, è stato introdotto un ulteriore aumento di 8 euro mensili, distribuiti su 13 mensilità. Questa misura mira a supportare una fascia particolarmente vulnerabile della popolazione pensionistica.
Come cambia per i pensionati all’estero con pensioni minime
Nonostante le esclusioni generali, una sola categoria di pensionati all’estero può beneficiare degli adeguamenti: coloro che percepiscono una pensione uguale o inferiore al trattamento minimo. In questi casi, si applicano le stesse rivalutazioni previste per i pensionati residenti in Italia, ovvero un incremento complessivo del 3% (0,8% + 2,2%). Pertanto, le pensioni minime salgono a 616,67 euro, un aumento importante che tiene conto delle esigenze di chi vive con redditi bassi.
La decisione di escludere dalla rivalutazione la maggior parte dei pensionati residenti all’estero potrebbe essere vista come una scelta penalizzante. Molti di questi pensionati, infatti, si trovano a fronteggiare costi di vita che possono essere significativamente più alti rispetto a quelli italiani, rendendo il mancato adeguamento un elemento critico per il loro benessere finanziario.
D’altra parte, questa misura riflette probabilmente la volontà di concentrare le risorse sulle fasce più vulnerabili, ovvero i pensionati con redditi bassi o residenti in Italia, dove l’inflazione ha un impatto diretto e tangibile. Tuttavia, resta aperto il dibattito sull’equità di questa esclusione, considerando che i contributi previdenziali sono stati versati indipendentemente dal paese di residenza.
Riassumendo.
- Perequazione 2025: rivalutazione delle pensioni basata su fasce differenziate per adeguarle all’inflazione.
- Esclusione all’estero: pensionati residenti all’estero esclusi dall’adeguamento annuale, salvo per trattamenti minimi.
- Trattamento minimo: incremento al 2,2%, portando l’importo a 616,67 euro nel 2025.
- Assegno sociale: aumento straordinario di 8 euro per pensionati over 70 con assegno sociale.
- Impatti estero: esclusione genera difficoltà economiche, soprattutto nei paesi con costi di vita elevati.
Bravi avete colpito nel segno giusto, questa esclusione dalle perequazioni annue a far data dal 2025 per i Pensionati residenti all’estero danneggiati e beffati nello stesso tempo anche perché si vedranno trattenute come nel mio caso specifico in base al reddito annuo per 11 mesi €43 di Addizionale Regionale piu’ la Comunale che andranno nelle casse della Regione Lazio perché non più residenti in Italia.
Quindi se ho capito bene:
non ricevo alcun servizio dalla regione Lazio, non ho la Defiscalizazzione della Pensione perché sono un ex INPDAP, inoltre mi privano della Rivalutazione, annua, come lo definite voi questo…!?
Pizzo di Stato o altro…!? Putiferio in arrivo per questo governo ciarlatano, sempre più TARTASSATI VERGOGNA.
I miei contributi versati nel corso della mia vita lavorativa non sono uguali a quelli dei miei colleghi che risiedono in Italia? ho capito la legge non è uguale x tutti x questo governo. Direi di associarsi è rivolgerci all’ Europa non possono discriminarci facendo parte della Comunità
Concordo totalmente! Con quello che ho pagato di trattenute durante I miei anni lavorativi, dovrei campare oltre I 100 anni.
Tolgono a noi italiani per dare a delinquenti clandestine 😡
non hai capito niente. I contributi da te pagati sono serviti per pagare le pensioni di coloro che erano giá in pensione quando tu lavoravi. Altrimenti il sistema non puó funzionare, crollerebbe. Quelli che tu definisci “delinquenti clandestini” non c’entrano nulla con la tua attuale pensione.
Antonio
Il Regolamento (CE) n. 883/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio, adottato il 29 aprile 2004, stabilisce all’Articolo 7 (Abolizione delle clausole di residenza) che, salvo disposizioni contrarie previste dallo stesso regolamento, le prestazioni in denaro previste dalla legislazione di uno o più Stati membri, o dallo stesso regolamento, non possono essere ridotte, modificate, sospese, soppresse o confiscate solo perché il beneficiario o i suoi familiari risiedono in uno Stato membro diverso da quello dell’istituzione che eroga tali prestazioni.
Premesso che anche se abito all’estero pago le tasse in Italia, Irpef, regionale e comunale.Potremmo rivolgerci al tribunale europeo .
Hai perfettamente ragione: è possibile rivolgersi al Tribunale Europeo, in particolare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) di Strasburgo. Tuttavia, come sai, presentare un ricorso a questa Corte implica una procedura lunga e complessa. Potrebbe certamente rivelarsi una soluzione necessaria, ma nel frattempo ritengo che molti dei titolari delle 60.764 prestazioni escluse dalla rivalutazione non siano nemmeno a conoscenza di questo provvedimento.
In uno spirito di solidarietà tra colleghi pensionati, sarebbe importante fare il possibile per informarli. Questo potrebbe avvenire attraverso comunicazioni dirette tra pensionati, all’interno delle associazioni di pensionati all’estero, o utilizzando i mezzi di comunicazione che ciascuno di noi ha a disposizione.
Per spiegare al meglio la situazione, potrebbe essere utile fare riferimento all’articolo di Pasquale Pirone che stiamo commentando: Pensionati all’estero: come cambia la rivalutazione 2025. Così facendo, si possono offrire informazioni più chiare e complete sul tema.
link
https://www.investireoggi.it/pensionati-estero-come-cambia-la-rivalutazione-2025/
Mi mancano più di quattro anni di contributi perché l’Imps di Bari non trovano la tessera. Ormai in prescrizione.
Inoltre, la mia pensione maturata il 5 Gennaio 1993, ma erogata: Ottobre 1998, dopo 5 anni.
Mi sono rivolto a vari Patronati, dopo anni di ricerche mi dicono che all’Inps di Bari c’e’ grande confusione. Ora anche questi cinque anni in prescrizione. Chi ti difende?