Pasquale Pirone
La nuova manovra di bilancio 2025 porta con sé delle novità poco incoraggianti per i pensionati italiani che hanno scelto di vivere all’estero. A partire dal prossimo anno, infatti, il governo prevede di intervenire sull’indicizzazione delle pensioni, limitando l’aumento annuale per l’inflazione. IN sostanza la misura limiterebbe l’adeguamento pensione all’inflazione italiana (c.d. perequazione automatica) solo a chi percepisce il trattamento minimo.
Questa misura, se confermata, rappresenterebbe una stretta che potrebbe ridurre il potere d’acquisto di chi vive fuori dall’Italia e riceve un assegno pensionistico dallo Stato italiano.
Pensionati all’estero: stop rivalutazione con eccezzioni
L’indicizzazione, o rivalutazione delle pensioni, ricordiamo, è quel meccanismo che consente agli assegni pensionistici di adeguarsi periodicamente all’inflazione, compensando parzialmente l’aumento del costo della vita. Grazie a questo sistema, il valore delle pensioni viene preservato nel tempo, mantenendo un potere d’acquisto più stabile anche in un contesto economico inflazionistico.
Quindi, nel 2025 questo aumento potrebbe non essere applicato per i pensionati residenti all’estero, ad eccezione di chi riceve pensioni minime. Di fatto, questa categoria di pensionati si troverebbe a fare i conti con assegni pensionistici congelati, mentre i prezzi dei beni e servizi continuano a salire.
Ricordiamo che i pensionati all’estero sono chiamato alla campagna di esistenza in vita. Un adempimento necessario per continuare a ricevere la pensione dall’Italia.
La misura non è ancora certa
Al momento, la proposta di bilancio 2025 è ancora in fase di discussione nelle aule parlamentari. La decisione finale spetterà al Parlamento italiano, che dovrà approvare il testo definitivo entro il 31 dicembre 2024. Fino a quel momento, non c’è certezza assoluta sull’effettiva applicazione di questa stretta, ma le premesse indicano una forte probabilità che diventi realtà.
L’approvazione del testo comporterebbe un cambiamento significativo per molti italiani che risiedono nei paesi esteri, in particolare nelle nazioni dove il costo della vita è elevato.
Gli impatti della mancata indicizzazione: chi rischia di più?
La decisione di escludere i pensionati all’estero dalla rivalutazione pensionistica, limitandola solo ai trattamenti minimi potrebbe generare conseguenze a lungo termine per chi percepisce assegni più alti. L’inflazione, che in molte economie mondiali sta tornando a livelli elevati, erode rapidamente il potere d’acquisto. Senza l’adeguamento, i pensionati all’estero rischiano di subire un peggioramento nel loro standard di vita. In particolare nei paesi con un costo della vita in crescita.
In paesi come la Spagna o il Portogallo, due mete popolari per i pensionati italiani, l’aumento dei prezzi negli ultimi anni ha già avuto un impatto tangibile sulle spese di base come la sanità, gli affitti ei beni di consumo quotidiano. Anche in altri stati, come gli Stati Uniti o il Canada, la rivalutazione risulta spesso fondamentale per far fronte all’aumento dei costi sanitari, assicurativi e di servizi.
Questa misura potrebbe influenzare maggiormente chi ha pensioni medio-alte, poiché la qualità della riduzione ha un impatto più pronunciato sulla qualità della vita. Chi riceve pensioni minime, tuttavia, sarebbe esentato dalla stretta, un’eccezione pensata per garantire una tutela minima per i redditi più bassi.
Stretta per i pensionati all’estero: i motivi della misura
Uno dei motivi principali alla base di questa misura è la necessità del governo italiano di contenere la spesa pubblica.
Questa scelta potrebbe inoltre rispondere a una percezione diffusa secondo cui i pensionati italiani all’estero beneficiano di vantaggi non disponibili per i residenti in Italia, come una pressione fiscale spesso più bassa. Tuttavia, per molti pensionati, soprattutto quelli che vivono con pensioni basse o medie, il mancato adeguamento all’aumento rischia di trasformarsi in un sacrificio economico considerevole. La misura potrebbe portare a valutare la possibilità di far rientro nel bel Paese.
Riassumendo…
- Manovra di bilancio 2025 non applicherebbe l’indicizzazione pensioni per italiani all’estero, tranne per chi riceve pensioni minime.
- La proposta è ancora in fase di approvazione parlamentare, esito entro fine 2024.
- L’indicizzazione mancante riduce il potere d’acquisto, specie nei paesi con alta vendita.
- L’obiettivo è contenere la spesa pubblica riducendo i costi delle pensioni all’estero.
- La misura potrebbe spingere i pensionati all’estero a valutare alternative o ritorno in Italia.
Incostituzionale, illegittima , sporca come il governo che l’ha partorita…credo che i pensionati residenti all’estero non staranno a guardare ma si uniranno e dichiareranno guerra allo stato italiano ,alle sue discriminazioni ,ingiustizie e soprusi… dopo questa ennesima porcata sono certa che si dissocieranno sempre più dal bel paese , un paese che è evidente, non li vuole e quindi mai più ci ritorneranno..altro che saranno maggiormente invogliati a rientrare in Italia…Per questi diversamente signori, sarà un boomerang inarrestabile
Non basta quanto ci hanno già sfruttato negli anni addietro per arricchirsi sempre più con i nostri sacrifici . In Italia siamo sempre più calpestati quando all’estero invece il pensionato è rispettato e onorato per il suo trascorso di lavoratore . Non erogare ciò che è di suo diritto solo perché non vuole risiedere in un paese ormai ostile alla sua presenza e ad un furto continuo e autorizzato da uno stato incivile e indegno verso il suo popolo.
Qualche Parlamentare non si è mai chiesto perché tanti pensionati si trasferiscono all’estero.? Evidentemente sono più interessati ai loro lauti compensi…ai benefict …ai vitalizi…e se ne fregano dei circa settecentomila che per anni hanno versato ad Enasarco i contributi e non avendo raggiunto i 20 anno di contributi hanno perso tutto (VERGOGNA) Ci sono anche questi pensionati all’estero SCHIFATI da tanta ingiustizia che merita di non essere chiamata democrazia…ma LADRONERIA
Innanzitutto bisogna Fare i complimenti a Chi scrive che è sempre molto chiaro e dettagliato, sia al giornalista che il giornale. Detto ciò mi presento:- Sono un pensionato che vive a l’estero nel paese di mia moglie. Riferendomi alla perequazione 2025 più che esigua. Devo osservare che esludere i pensionati residenti all’estero dalla perequazione potrebbe essere incostituzionale,1) perché le tasse le Pago Nello stato in cui risiedo che Sono pari al 12% e una percentuale accettabile anche se è uno stato povero. 2) dal mio modello obisM
Inviatimi dall’INPS per il 2025 già a partire da gennaio sì evince la trattenuta dell’IRPEF regionale , più un’altra voce di trattenuta di Poco conto, comunque altra trattenuta. In conclusione io le tasse le Pago sia all’Italia che all’estero, per cui l’esclusione dalla perequazione non vi sembra irregolarmente forzata? Tramite voi mi rivolgo a questo governo italiano vigente che applica norme incostituzionali. Se ciò accadesse faro ricorso. Un cordiale saluto al giornale investireoggi
Io voglio avere fiducia in questo governo, spero tanto che non passi questa regola che crea dei cittadini di serie B è una regola che va contro la costituzione dove si afferma che i cittadini sono uguali davanti alla legge, io che sono all’estero non voglio accettare una disparita di trattamento, la cosa che più preoccupa speriamo che non diventi una consuetudine negli anni a venire