I futuri pensionati italiani rischiano di trascorrere una terza età magra dal punto di vista economico. La demografia non depone in lavoro favore. L’Inps chiude già in passivo, in quanto incassa minori contributi di quanto gliene servano per pagare gli assegni. Nei prossimi decenni andrà peggio. Ci saranno più pensionati da mantenere e meno lavoratori attivi a pagare. Una bomba sociale di cui si parla da tempo senza giungere ad alcuna soluzione d’impatto concreta. E’ un po’ la prospettiva, dove più e dove meno, che si presenta nelle economie avanzate.
Petrolio e gas manna dal cielo in Norvegia
I pensionati in Norvegia se la passano bene oggi e pare che abbiano davanti a loro un futuro ancora più radioso. E tutto questo lo si deve a petrolio e gas, cioè quell’industria puzzolente a cui tutti (o quasi) oramai guardiamo con sdegno per via dell’impatto che hanno gli idrocarburi sull’ambiente. Lo stato scandinavo estrae l’una e l’altra materia prima. Continua a trivellare le acque del Mar Artico e a fornire energia all’Europa, senza la quale dopo la guerra tra Russia e Ucraina saremmo finiti a gambe all’aria.
Ennesimo record grazie al boom delle borse mondiali
Sin dal 1996 la Norvegia deposita tutte le entrate relative al petrolio in un fondo sovrano con l’obiettivo di garantire un futuro prospero ai pensionati. L’ente è gestito dalla Norges Bank, la banca centrale. Investe i proventi per acquistare essenzialmente titoli azionari, obbligazioni private e pubbliche e persino immobili all’estero. Gli investimenti azionari attualmente valgono il 72,1% del totale, quelli obbligazionari il 26%, gli immobiliari l’1,8% e c’è anche un 0,1% investito nelle energie rinnovabili.
Il fondo sovrano norvegese ha quote in 8.859 società quotate in borsa, possedendo in media l’1,5% delle borse mondiali.
Fondo norvegese ricchezza non solo per pensionati
Considerate che l’intera popolazione norvegese non arriva a 5,5 milioni di abitanti. Questo significa che il fondo ha già accantonato qualcosa come 310 mila dollari per ciascun residente. Se rapportiamo le dimensioni del fondo al numero dei pensionati attuali (circa 1 milione), otteniamo la cifra di 1,7 milioni di dollari pro-capite. Tenete ancora in considerazione che la Norvegia spende in pensioni circa 60 miliardi di dollari all’anno. Dunque, il fondo sovrano avrebbe ad oggi accantonato una cifra pari a quasi trenta volte la spesa annuale in pensioni. Ed esso punta ad essere una integrazione al sistema previdenziale, qualora ve ne fosse bisogno. Finora si è mostrato molto solido, per cui è probabile che il fondo in futuro servirà a garantire ricchezza a tutti i norvegesi, non solo ai pensionati a cui è ufficialmente rivolto.