“Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città o del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati“, afferma Roman Payne. A seconda del luogo, d’altronde, cambiano gli usi e le consuetudini. Per questo motivo non è possibile stabilire a priori se un posto sarà o meno in grado di soddisfare le proprie esigenze.
Soltanto trascorrendoci del tempo è possibile conoscere le varie sfaccettature e decidere dove appartiene il nostro cuore. Data la sua enorme bellezza e storia, pertanto, non stupisce che siano in molti a decidere di trasferirsi in Italia. Ma i pensionati che percepiscono il trattamento da uno Stato estero a quali bonus hanno diritto se trasferiscono la residenza nel nostro Paese? Ecco come funziona.
Pensionati dall’estero, quali bonus sulla casa spettano: la risposta ufficiale
Diverse sono le persone che percepiscono la pensione da uno Stato estero e hanno deciso di trasferire la residenza in Italia. Ebbene, quest’ultimi non hanno diritto ai bonus sulla casa riconosciuti nel nostro Paese. A chiarirlo è stato lo stesso Governo grazie alla sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze, Sandra Savino, intervenuta nel corso di un question time alla Camera davanti alla Commissione Finanze.
Entrando nei dettagli è stato sottolineato che i soggetti in questione non hanno diritto ai bonus sui lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico. In realtà tutti i percettori di pensione estere non possono beneficiare nemmeno del Superbonus, così come di tutti gli altri bonus edilizi. Questo non è possibile perché la pensione dall’estero è già tassata alla fonte.
A tal proposito si ricorda che la detrazione fiscale dall’imposta lorda nella dichiarazione dei redditi non può essere applicata nei confronti di redditi assoggettati a imposta sostitutiva separata o a tassazione separata.
Regime opzionale per i pensionati esteri
Come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, i soggetti titolari di trattamenti pensionistici erogati dall’estero che trasferiscono la residenza fiscale nel nostro Paese:
“in uno dei comuni appartenenti al territorio delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20mila abitanti, possono beneficiare di un regime fiscale opzionale, che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef con aliquota al 7% a qualsiasi categoria di reddito prodotto all’estero. […] Possono beneficiarne anche i pensionati esteri che trasferiscono la residenza nei comuni coinvolti nel terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. Inoltre, il limite di 20mila abitanti, prima stabilito per i soli comuni appartenenti alle regioni del Mezzogiorno, viene esteso a tutti i comuni “agevolabili”, quindi anche a quelli interessati dagli eventi sismici, precedentemente vincolati al tetto di 3mila abitanti”.
Si ha diritto, pertanto, al regime opzionale anche per zone precedentemente escluse, quali Camerino, Matelica, Tolentino e Norcia. Stando alle ultime stime, sono ben 506 i soggetti che hanno deciso di beneficiare della flat tax al 7% dal 2019 ad oggi. Di questi ben 151 hanno scelto l’Abruzzo, 106 la Puglia e 75 hanno optato per la Sicilia.