Anche i pescatori e gli addetti alla pesca possono lasciare il lavoro in anticipo con Ape Sociale. Da quest’anno la platea dei beneficiari è stata infatti allargata a diverse attività in ambito agricolo.
Lavori che l’Inail e l’Inps hanno ritenuto dal 2022 meritevoli di maggior tutela previdenziale rispetto, ad esempio, e che rientrano fra gli aventi diritto ad Ape Sociale. E quindi andare in pensione a partire da 63 anni.
Fare il pecatore è diventato usurante
Fare il pescatore o l’addetto ad attività di zootecnia e pesca è quindi diventato usurante da quest’anno.
Una novità che non ha mancato di suscitare polemiche perché si tratta di attività semplici non paragonabili a quelle svolte dai minatori o dagli edili. Ma, si sa, la legge è fatta spesso di contraddizioni.
La riforma delle pensioni lascia fuori, ad esempio, professionalità, il cui lavoro meriterebbe di essere riconosciuto come usurante. Mentre considera usuranti le attività svolte da estetisti e massaggiatori.
Insomma, l’allargamento della platea dei mestieri usuranti fra alcune attività artigiane ad Ape Sociale presenta molte incognite. E riconoscere come mestiere usurante chi si occupa di andare a pesca o curare allevamenti ittici non è suonato bene.
In pensione prima con Ape Sociale
Ma a tutto c’è una spiegazione e sta nei numeri. I pescatori in Italia sono sempre meno ed è una professione che si è sviluppata in particolare in passato. Oggi queste figure professionali rientrano nelle attività svolte da flotte pescherecce straniere.
Normalmente si tratta di figure tuttofare dipendenti di cooperative e non di pescatori veri e propri. A conti fatti, quindi, sono rimasti pochi i pescatori in Italia che possono accedere ad Ape Sociale. Mentre sarebbero di più addetti delle cooperative sulle navi pescherecce che meriterebbero il riconoscimento della loro attività come usurante.
I pescatori che maturano il diritto ad Ape Sociale devono presentare domanda di pensione entro il 15 luglio.