Se pensiamo che la pensione di vecchiaia si completa esclusivamente a 67 anni di età è evidente che l’anno di nascita importante a livello pensionabile è quello del 1957. Infatti è per i lavoratori nati in quell’anno che il 2024 segnerà il raggiungimento della vigente età pensionabile. Di conseguenza, chi è nato nel 1958 in pensione potrà andarci solo nel 2025. Ma parliamo di pensioni di vecchiaia, perché anche per i nati nel 1958 nel 2024 non mancheranno le possibilità di lasciare il lavoro in anticipo.
La pensione per i nati nel 1958, ecco le vie di uscita
Per esempio due nostri lettori, una donna ed un uomo, probabilmente riusciranno ad andare in pensione a 66 anni di età nel 2024.
“Salve, sono Piera nata a giugno del 1958, lavoratrice dipendente di una boutique di moda con 23 anni di contributi. Il mio primo contributo versato è del 1999. Volevo capire se potevo andare in pensione nel 2024 con ciò che passa l’INPS oggi. Vi do altre informazioni che credo vi saranno utili. Ho lavorato sempre a tempo indeterminato, con uno stipendio medio di 1.500 euro al mese. Ho avuto 4 figli nella mia vita e ho una invalidità del 44%. Mi dite se nelle mie condizioni posso andare in pensione nel 2024?”
“Buongiorno, lavoro per una azienda che cura la raccolta differenziata. Sono un operaio che va casa per casa a raccogliere i rifiuti. Prima invece andavo a svuotare i cassonetti. Ho 38 anni di contributi versati. Non so se il mio lavoro dà le possibilità di accedere alla pensione in anticipo. Lavoro ancora e compio 66 anni di età a febbraio. Ci sono possibilità di pensionamento per il sottoscritto?”
Pensione 2024 per i nati nel 1958, ecco le vie di uscita
A 66 anni di età nel 2024 si esce con molte misure, alcune strutturali ed altre in deroga come vedremo adesso. Partiamo da una possibilità concreta che riguarda le donne, come la nostra lettrice del primo quesito sopra riportato.
Infatti per chi non ha contribuzione a qualsiasi titolo accreditata prima del 1° gennaio 1996, la pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi può essere anticipata come età pensionabile di 12 mesi. Infatti per ogni figlio avuto c’è un taglio di 4 mesi sull’età di uscita.
Quindi, con un figlio avuto al posto di 67 anni si lascia il lavoro con 66 anni e 8 mesi. Con due figli invece la pensione può arrivare con 66 anni e 4 mesi e con tre o più figli avuti si scende a 66 anni. La nostra lettrice pare rispetti tutte le condizioni utili affinché possa andare in pensione a partire dal mese di luglio del 2024. Cioè il primo giorno del mese successivo al compimento dei 66 anni di età.
Il lavoro svolto aiuta ad anticipare la pensione
Per i nati nel 1958, o almeno per alcuni di essi, la pensione nel 2024 può arrivare se l’interessato vanta almeno 30 anni di contributi effettivi, in base al lavoro svolto. Infatti per i lavori gravosi previsti dalla legge 232/2016 (legge di Bilancio 2017) e dalla legge 205/2017 (legge di Bilancio 2018). oppure per le mansioni usuranti previste dal DLGS 67/2011, lo scatto di 5 mesi sull’età pensionabile della pensione di vecchiaia non fu applicato. Nel 2024, invece, potranno lasciare il lavoro a 66 anni e 7 mesi con 20 anni di contributi, i lavoratori che rientrano in queste categorie.
E il nostro secondo lettore, addetto alla raccolta, allo smistamento e allo smaltimento dei rifiuti, svolge un lavoro che rientra tra i cosiddetti gravosi. A ottobre 2024 potrebbe rivendicare questa agevolazione, cioè dal primo giorno del mese successivo a quello di raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.
Ape sociale anche per i nati nel 1958?
A dire il vero il nostro lettore potrebbe anche anticipare l’uscita subito, anzi, avrebbe potuto fare tutto già nel 2023. Infatti, sempre per via della sua attività lavorativa considerata gravosa, poteva optare per l’Ape sociale. In questo caso è necessario però capire se il lavoro coi rifiuti è stato svolto per 6 degli ultimi 7 anni di carriera o per 7 degli ultimi 10 anni di carriera. Infatti nel 2024 l’Ape sociale sarà fruibile con 36 anni di contributi (e il lettore ne ha 38 come ci dice). La misura partirà da 63 anni e 5 mesi di età e come detto il lettore compie a febbraio 66 anni. Quindi l’uscita con la nuova versione dell’Ape sociale può arrivare già a partire dal mese di marzo.
Chi ha carriere lunghe è favorito verso la quiescenza
Altre misure valide per i nati nel 1958 sono nella maggior parte dei casi quelle destinate a chi ha carriere lunghe e tanti anni di contributi. Infatti con 41 anni di contributi versati, chi rientra nei caregiver, nei disoccupati, negli invalidi o nei lavori gravosi, può andare in pensione senza limiti di età. Ma solo se il primo contributo dei 41 anni richiesti. è stato completato anche discontinuamente prima dei 19 anni.
Chi invece raggiunge i 42 anni e 10 mesi nel caso degli uomini o i 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne, raggiunge la contribuzione utile alla pensione anticipata ordinaria. Anche in questo caso senza limiti di età.
Anche per gli invalidi nati nel 1958 la pensione può giungere in anticipo
I nati nel 1958 possono accedere alla pensione con 20 anni di contributi se hanno una invalidità pensionabile pari o superiore all’80%. Si tratta infatti di una misura valida nel 2024 ed a partire dai 56 anni di età per le donne e 61 anni di età per gli uomini.
Chi svolge una mansione usurante, magari nelle linee a catena in fabbrica, o fa l’autista di mezzi di trasporto pubblico o lavora di notte, può andare in pensione con il relativo scivolo.
Le altre strade per i nati nel 1958
Con 41 anni di contributi il nato nel 1958 può accedere, se ha 41 anni di contributi, alla quota 103 nel 2024. E le donne possono anche accedere alla pensione con opzione donna, perché permette di lasciare il lavoro tra i 59 ed i 61 anni in base ai figli avuti. Ma sia la quota 103 a partire dai 62 anni che opzione donna, sono misure contributive, e quindi con penalizzazioni di assegno che probabilmente spingerebbero gli interessati a rimandare di qualche mese l’uscita aspettando il 2025 e le misure ordinarie.
Infine, sempre per chi è nato nel 1958, esiste la possibilità di pensione anticipata contributiva. Bastano 20 anni di versamenti, di cui il primo non antecedente il 1° gennaio 1996. Serve però raggiungere una pensione pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. Oppure a 2,8 volte per le lavoratrici con un solo figlio avuto o a 2,6 volte per chi ne ha avuti almeno 2 di figli.