Pensione 2025, con l’Anticipo pensionistico ok al trattamento anche per gli esclusi 2024

Pensione 2025 per più lavoratori, con l’Anticipo pensionistico sociale ok al trattamento anche per gli esclusi 2024.
1 mese fa
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Quanto vale una pensione nel 2025 con 20 anni di contributi
Foto © Pixabay

Una nuova possibilità di andare in pensione si apre per i lavoratori che raggiungeranno i 63 anni e 5 mesi di età entro il 31 dicembre 2025. Infatti, anche nel 2025, ormai è praticamente certo che sarà in vigore l’Anticipo pensionistico sociale, una misura che riguarda determinate categorie di lavoratori.

Grazie alla modifica della scadenza di questa misura, il governo ha aperto la possibilità di andare in pensione anche a chi, per qualche mese o addirittura per qualche settimana, era risultato escluso dalla novità introdotta lo scorso anno, ossia dai cinque mesi di età in più necessari per la chiusura dei requisiti per uscire dal lavoro.

Ma andiamo con ordine e vediamo cosa cambia per l’Ape sociale l’anno prossimo e quali saranno i lavoratori che potranno beneficiarne dopo essere stati esclusi quest’anno.

“Salve, sono un vostro affezionato lettore e sono interessato alla nuova Ape sociale. Detto questo, volevo chiedervi se posso considerare cosa fatta la proroga. Mi riferisco al fatto che, dal momento che compio ad aprile il quinto mese aggiuntivo ai 63 anni previsto dalla misura, dovrei rientrare nella pensione solo se la conferma è fatta. Sono uno di quelli che di fatto è stato escluso dall’Ape sociale 2024 per colpa di questi 5 mesi in più che servono, perché altrimenti a dicembre completavo i 63 anni. Volevo solo una conferma circa la proroga della misura e se magari qualcosa è cambiato nel frattempo sui requisiti”.

Pensione 2025, con l’Anticipo pensionistico ok al trattamento anche per gli esclusi 2024

L’Ape sociale è una misura che riguarda alcune particolari categorie di lavoratori che potremmo considerare come vulnerabili per diverse ragioni. E sarà così anche per la pensione 2025 con questa misura. Innanzitutto, con l’Ape sociale possono andare in pensione i caregiver, ovvero coloro che assistono familiari disabili a carico di un certo tipo. Poi possono sfruttare la misura i disoccupati che hanno perso involontariamente il loro lavoro e che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali.

Inoltre, la misura si apre agli invalidi civili al 74% almeno e a chi svolge da tempo un lavoro gravoso.

Per gli invalidi, come detto, serve solo la certificazione delle commissioni mediche ASL/INPS riguardo al grado di invalidità assegnato, non inferiore al 74%. Per i caregiver, il familiare bisognoso di assistenza deve essere il coniuge o un parente di primo grado. In alcuni casi, possono essere considerati validi per l’Ape sociale anche parenti o affini fino al secondo grado, ma a condizione che questi siano privi di genitori o coniugi, o, se li hanno, che questi genitori o coniugi siano invalidi oppure abbiano più di 70 anni di età.

Tra richiedente l’Ape sociale nel 2025, dopo la conferma della legge di Bilancio, e invalido, ci deve essere convivenza da almeno 6 mesi. Il disoccupato non solo deve aver perso il lavoro involontariamente, ma deve anche aver terminato di percepire interamente la Naspi a lui spettante.

Su questo c’è una recente sentenza che considera l’obbligatorietà di aver completato la Naspi solo come fattore di cumulabilità con l’Ape sociale e non come requisito necessario per il diritto alla prestazione. In parole povere, non serve aver preso tutta la Naspi, ma serve che, nel caso in cui il diretto interessato l’abbia percepita, questa sia terminata, perché non si può prendere contemporaneamente l’Ape sociale e l’indennità per disoccupati.

Come funzionerà la nuova Ape sociale 2025

La pensione con l’Ape sociale sarà attiva anche nel 2025. Ormai appare tutto chiaro e limpido. Nessun dubbio al riguardo, come nessun dubbio anche sui requisiti e sulla formula dell’Ape sociale, che sarà identica all’anno scorso. Bisogna solo aspettare la conferma definitiva della legge di Bilancio per avere chiaro il quadro ufficiale.

A oggi, per quanto riguarda l’Ape sociale, appare una formalità ed un eccesso di cautela nel non dare già il via alla misura prima dell’approvazione definitiva della manovra finanziaria del governo. Per i lavori gravosi servirà sempre che una delle 15 attività previste sia stata svolta per 7 degli ultimi 10 anni. O per 6 degli ultimi 7 anni.
Sempre per chi svolge una delle attività di lavoro gravoso, bisogna arrivare almeno a 63 anni e 5 mesi di età e avere almeno 36 anni di contributi versati.

Invece, per i caregiver, i disoccupati e gli invalidi bastano 30 anni di contributi. L’Ape sociale è una misura di accompagnamento alla pensione. Quindi si percepisce fino ai 67 anni di età e non può essere più alta di 1.500 euro al mese. A prescindere dal calcolo della pensione spettante in base ai contributi versati. Inoltre, la misura non si adegua annualmente al tasso di inflazione e non eroga la tredicesima mensilità.

La misura, infine, non è reversibile ai superstiti, non prevede le maggiorazioni sociali e non consente di svolgere un’attività di lavoro dipendente. E neanche autonomo mentre si è in corso di fruizione della pensione. Solo il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito per anno solare è ammissibile. Ecco quindi che per la pensione 2025 con l’Ape sociale nulla cambia rispetto a oggi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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