Potrà sembrare una cosa strana soprattutto per chi, verso il governo, nutre astio e contesta l’operato dell’esecutivo nella manovra di fine anno. Ma, a conti fatti, una grande novità il governo l’ha introdotta sulla pensione 2025, che adesso presenta per alcuni contribuenti 3 diverse opzioni.
Una novità che permette di andare in pensione nel 2025 prima, ed esattamente con 16 mesi di anticipo, oppure di recuperare 16 mesi di arretrati sulla pensione, o ancora di prendere una pensione più alta. Le pensioni 2025, quindi, cambiano per alcuni.
Una pensione con 3 diverse opzioni da scegliere, ecco come
Per quanto riguarda le pensioni in regime contributivo, ovvero le pensioni di chi vanta carriere versate esclusivamente in epoca contributiva (dopo il 1995, ndr), nella legge di Bilancio non sono mancate novità.
Interventi normativi che correggono parte della riforma Dini. Infatti, viene ritoccato l’articolo numero 1 comma 40 C della legge numero 335 del 1995. Si tratta dell’articolo che prevedeva lo sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto, applicabile alle lavoratrici madri e a tutte le misure che rientrano nel solo sistema contributivo.
Fino al 2024, in base all’articolo prima citato, alle lavoratrici madri valeva uno sconto massimo di 12 mesi per chi aveva avuto 3 o più figli. Erano così ammesse uscite per la pensione di vecchiaia già a 66 anni con 3 o più figli, a 66 anni e 4 mesi con due figli, e a 66 anni e 8 mesi con un solo figlio.
Lo stesso sconto valeva per la pensione anticipata contributiva a 64 anni di età, con uscite ammesse a 63 anni e 8 mesi con un figlio, a 63 anni e 4 mesi con due figli e a 63 anni con 3 o più figli.
Non è stato corretto lo sconto per figlio avuto, che era e resta di 4 mesi. Ciò che è variato è lo sconto massimo, che da 12 mesi passa a 16 mesi. E quindi da 3 o più figli si sale a 4 o più figli.
Perché per le lavoratrici madri i vantaggi sono notevoli
La tutela per le lavoratrici inizia già con il bonus mamma. Tutela che per coloro che hanno avuto più figli diventa ancora più profonda. Arriva a incidere anche per le pensioni di vecchiaia contributive 2025. Parliamo delle pensioni a 71 anni con 5 anni di contributi.
Grazie a questa agevolazione, le uscite potranno avvenire prima dei 70 anni di età. Infatti, oggi lo sconto è di 12 mesi, e quindi si può uscire a 70 anni con 3 o più figli, a 70 anni e 4 mesi con due figli, e a 70 anni e 8 mesi con un figlio. Dal primo gennaio saranno ammesse anche uscite a 69 anni e 8 mesi per chi ha avuto 4 o più figli.
Va ricordato, però, che escludendo le pensioni di vecchiaia contributive a 71 anni con almeno 5 anni di versamenti, le altre due misure hanno un vincolo in più oltre all’età e ai contributi. Le pensioni di vecchiaia per i contributivi puri si centrano solo con un trattamento non inferiore all’assegno sociale (538 euro al mese nel 2025).
Le pensioni anticipate contributive, invece, si centrano con un trattamento pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (circa 1.616 euro al mese). Solo per le donne con un figlio il tetto scende a 2,8 volte l’assegno sociale, mentre con più figli a 2,6 volte.
Un vero dilemma tra arretrati, pensione in anticipo o pensione più alta di importo nel 2025
Chi non sapeva di poter sfruttare questi anticipi in base ai figli avuti può adesso recuperare. Infatti, chi nel 2025 compie 64 anni di età, oppure 67 o ancora 71 anni, e quindi può usufruire di una delle tre misure in regime contributivo di cui parliamo oggi, ha diritto a chiedere gli arretrati dell’anticipo non sfruttato.
Quindi, per chi ha avuto 4 figli o più, si può arrivare anche a 16 mesi di pensione arretrata.
Attenti alle alternative, c’è di che scegliere
Ma c’è un’altra alternativa da sfruttare per quante rientrano nel sistema contributivo. Parliamo del fatto che con una prestazione di questo tipo, sempre le lavoratrici possono godere di un trattamento favorevole come regole di calcolo. Essendo pensioni contributive, infatti, il meccanismo di calcolo della prestazione è basato sui coefficienti di trasformazione. Più alta è l’età di uscita, migliore è il coefficiente e più alta la pensione percepita.
È chiaro che uscendo con 16 mesi di anticipo o con 16 mesi di arretrati, queste lavoratrici finirebbero con il ricevere una pensione più bassa, perché il coefficiente di trasformazione è inferiore. Una pensione più ridotta, quindi, rispetto a quella che avrebbero percepito aspettando la giusta età, cioè 64, 67 o 71 anni.
Ecco come calcolare la soluzione migliore per andare in pensione nel 2025
Si può usufruire quindi dell’applicazione di un coefficiente di trasformazione maggiorato di un anno per chi ha avuto fino a due figli. E di due anni per chi ne ha avuti di più. In pratica, la scelta è la seguente: chi ha avuto 4 figli può scegliere di uscire a 62,8, 65,8 o 69,8 anni di età. Oppure, se nel frattempo è arrivata a 64, 67 o 71 anni, può prendere 16 mesi di arretrati. La pensione 2025 verrebbe calcolata con il coefficiente dei 62,8, 65,8 o 69,8 anni di età.
Invece, con 4 figli, uscendo a 64, 67 o 71 anni, il coefficiente usato sarebbe quello di due anni maggiore. Quindi, quello dei 66 anni se si esce a 64, o quello dei 69 anni se si esce a 67. Per chi arriva a 71 anni non esiste un coefficiente migliore di quello stesso 71. Poiché i coefficienti di trasformazione si fermano proprio a 71 anni, che risulta comunque più vantaggioso rispetto a quello dei 69,8 anni di età.