Pensione con 40 anni di contributi, ecco perché per i nati nel 1958 è possibile

Se hai maturato 40 anni di contributi, la pensione con le vecchie quota 100 o quota 102 puoi sfruttarla ancora oggi. Ecco come e perché.
10 mesi fa
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Andare in pensione con 40 anni di contributi oltre che l’aspirazione di molti lavoratori a volte diventa una necessità. Vuoi per la stanchezza accumulata dopo una lunga carriera, vuoi per situazioni contingenti, come possono essere la perdita del posto di lavoro. Non sempre è facile andare in pensione quando non sono stati raggiunti i requisiti previsti. A volte anche 40 anni di contributi possono non essere sufficienti. Ma la normativa previdenziale nasconde sorprese e strumenti che spesso non vengono considerati.

“Buongiorno, mi chiamo Pietro e sono un ex dipendente di una ditta che fornisce servizi alle aziende.

A febbraio, ho perso il mio lavoro a causa di un drastico cambiamento nelle condizioni lavorative, motivo per cui mi sono dimesso. Al momento delle dimissioni, avevo accumulato esattamente 40 anni e 3 mesi di contributi. Il 10 marzo ho compiuto 66 anni, consapevole che avrei dovuto lavorare fino a 67 anni per avere diritto alla pensione. Ora, mi trovo senza reddito per i prossimi 12 mesi, dato che non lavoro più e non ho diritto alla Naspi, avendo rassegnato le dimissioni volontariamente. Ritenete che io possa avere diritto a qualche prestazione pensionistica?”

Pensione con 40 anni di contributi, ecco perché per i nati nel 1958 è possibile

Perché disperarsi e pensare di non poter andare in pensione? È proprio il caso di dirlo, considerando che esistono numerosi strumenti e soluzioni per accedere alla pensione, anche quando sembra che tutto sia contro. Ad esempio, il pagamento dei contributi volontari non è una soluzione da scartare a priori. Sebbene possa risultare spesso troppo costoso, può rivelarsi decisamente utile. Soprattutto per chi ha pochi mesi da versare, chiedere all’INPS l’autorizzazione ai versamenti volontari rappresenta una scelta sagace.

Inoltre, verificare eventuali contributi versati in casse previdenziali diverse da quella presso cui si intende richiedere la pensione può tornare utile. Riscatti, cumulo e ricongiunzioni sono, senza dubbio, strumenti efficaci.

Oggi, però, ci concentriamo su un caso particolare: un diritto alla pensione già maturato di cui l’interessato non è a conoscenza. Il nostro lettore, infatti, potrebbe iniziare a ricevere la pensione immediatamente. Avrebbe addirittura potuto accedervi alcuni anni fa, ma, evidentemente, non ne era al corrente.

Cristallizzazione del diritto, sicuri di sapere di cosa si tratta?

Lo strumento della cristallizzazione del diritto alla pensione consente di accedere alla pensione anche se la misura è stata eliminata o modificata dal sistema. Con “cristallizzazione”, si intende il diritto maturato.

Una volta soddisfatti i requisiti per una specifica misura previdenziale, il diritto acquisito diventa irrevocabile. Ad esempio, una persona che al 31 dicembre 2011 aveva accumulato 35 anni di contributi e raggiunto i 60 anni di età, e soddisfatto la quota 96, avrebbe diritto alla pensione con tale misura, nonostante siano trascorsi 13 anni dalla sua abolizione.

Questo principio si applica anche alla quota 103 del 2023, considerata più vantaggiosa rispetto a quella del 2024. Chi, entro la fine del 2023, aveva versato 41 anni di contributi e raggiunto i 62 anni di età, può ancora oggi pensionarsi con la quota 103 precedente. Questa prevedeva un calcolo misto della prestazione e un importo massimo più elevato rispetto alla misura del 2024, che è basata su un sistema contributivo con un importo massimo pari a quattro volte il trattamento minimo (cinque volte nel 2024).

Le pensioni per quotisti e la cristallizzazione del diritto

Anche le misure quota 100, in vigore fino al 31 dicembre 2021, e quota 102, attiva fino al 31 dicembre 2022, rappresentano esempi di cristallizzazione. Il nostro lettore, come vedremo, rientra nella categoria della quota 102. Coloro che, entro la fine del 2021, avevano accumulato 38 anni di contributi e raggiunto i 62 anni di età, possono ancora oggi beneficiare della quota 100. Analogamente, chi ha completato 64 anni di età e 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022, ha maturato il diritto alla quota 102.

Questo è il caso del nostro lettore.

Presentando una domanda all’INPS, potrebbe facilmente accedere alla pensione con questa misura, valida esclusivamente nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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