Andare in pensione con 40 anni di contributi oltre che l’aspirazione di molti lavoratori a volte diventa una necessità. Vuoi per la stanchezza accumulata dopo una lunga carriera, vuoi per situazioni contingenti, come possono essere la perdita del posto di lavoro. Non sempre è facile andare in pensione quando non sono stati raggiunti i requisiti previsti. A volte anche 40 anni di contributi possono non essere sufficienti. Ma la normativa previdenziale nasconde sorprese e strumenti che spesso non vengono considerati.
“Buongiorno, mi chiamo Pietro e sono un ex dipendente di una ditta che fornisce servizi alle aziende.
Pensione con 40 anni di contributi, ecco perché per i nati nel 1958 è possibile
Perché disperarsi e pensare di non poter andare in pensione? È proprio il caso di dirlo, considerando che esistono numerosi strumenti e soluzioni per accedere alla pensione, anche quando sembra che tutto sia contro. Ad esempio, il pagamento dei contributi volontari non è una soluzione da scartare a priori. Sebbene possa risultare spesso troppo costoso, può rivelarsi decisamente utile. Soprattutto per chi ha pochi mesi da versare, chiedere all’INPS l’autorizzazione ai versamenti volontari rappresenta una scelta sagace.
Inoltre, verificare eventuali contributi versati in casse previdenziali diverse da quella presso cui si intende richiedere la pensione può tornare utile. Riscatti, cumulo e ricongiunzioni sono, senza dubbio, strumenti efficaci.
Cristallizzazione del diritto, sicuri di sapere di cosa si tratta?
Lo strumento della cristallizzazione del diritto alla pensione consente di accedere alla pensione anche se la misura è stata eliminata o modificata dal sistema. Con “cristallizzazione”, si intende il diritto maturato.
Una volta soddisfatti i requisiti per una specifica misura previdenziale, il diritto acquisito diventa irrevocabile. Ad esempio, una persona che al 31 dicembre 2011 aveva accumulato 35 anni di contributi e raggiunto i 60 anni di età, e soddisfatto la quota 96, avrebbe diritto alla pensione con tale misura, nonostante siano trascorsi 13 anni dalla sua abolizione.
Questo principio si applica anche alla quota 103 del 2023, considerata più vantaggiosa rispetto a quella del 2024. Chi, entro la fine del 2023, aveva versato 41 anni di contributi e raggiunto i 62 anni di età, può ancora oggi pensionarsi con la quota 103 precedente. Questa prevedeva un calcolo misto della prestazione e un importo massimo più elevato rispetto alla misura del 2024, che è basata su un sistema contributivo con un importo massimo pari a quattro volte il trattamento minimo (cinque volte nel 2024).
Le pensioni per quotisti e la cristallizzazione del diritto
Anche le misure quota 100, in vigore fino al 31 dicembre 2021, e quota 102, attiva fino al 31 dicembre 2022, rappresentano esempi di cristallizzazione. Il nostro lettore, come vedremo, rientra nella categoria della quota 102. Coloro che, entro la fine del 2021, avevano accumulato 38 anni di contributi e raggiunto i 62 anni di età, possono ancora oggi beneficiare della quota 100. Analogamente, chi ha completato 64 anni di età e 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022, ha maturato il diritto alla quota 102.
Questo è il caso del nostro lettore.