Quanto prende di pensione chi ha 42 anni di contributi: differenze tra vecchiaia, anticipata e quota 41

Ecco quanto si prende di pensione con 42 anni di contributi e le differenze tra le varie tipologie di forme pensionistiche
1 anno fa
1 minuto di lettura
pensione
Foto © Licenza Creative Commons

La pensione con 42 anni di contributi garantisce, anche se non dimolto, un assegno mensile più altro della ordinaria pensione di vecchiaia, ossia quella per la quale bastano 67 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi.

Intanto, oggi per andare in pensione con 42 anni di contributi c’è la pensione ordinaria “anticipata” e la c.d. Quota 41. Nel primo caso non si guarda all’età anagrafica. Si può andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini ovvero 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Quota 41, invece, è quella prevista per i c.d. lavoratori precoci, ossia coloro che fanno parte di specifiche categorie di lavoratori e che hanno almeno un anno di anzianità contributiva prima del 19° anno di età.

C’è poi Quota 103, vale a dire la possibilità di andare in pensione per coloro che, nel 2023, maturano 62 anni di età e 41 anni di contributi.

La pensione con 20 anni di contributi

In un nostro precedente articolo abbiamo visto quanto prende chi va in pensione con 67 anni di età e 20 anni di contributi.

Si tratta della ordinaria pensione di vecchia. In alcuni casi bastano anche solo 15 anni di contributi invece che 20 anni. Si tratta di beneficiari delle deroghe Amato (D. Lgs. n. 503 del 1992).

Nell’articolo vedemmo che con 67 anni di età e 20 di contributi, la pensione sarà pari al 40% della retribuzione media degli ultimi anni. Quindi, cambiando l’esempio, per una media retributiva di 40.000 euro l’anno, la pensione lorda sarà pari a circa 16.000 euro lordi l’anno.

Resta fermo che questa pensione non può essere inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo.

Pensione con 42 anni di contributi

Chi va in pensione con l’ordinaria anticipata, come detto significa che ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi se uomo oppure 41 anni e 10 mesi di contributi se donna. In tal caso considerando uno stipendio lordo annuo di 30.000 euro, siamo su circa 1.400 euro mensili di pensione.

Euro più euro meno, anche con gli stessi numeri, per chi va in pensione con Quota 41.

Per coloro che, invece, avendo i requisiti vanno in pensione con Quota 103, l’assegno mensile massimo si aggira sui 2.840 euro lordi al mese.

Riassumendo…

  • la pensione di vecchiaia ordinaria (67 anni e 20 anni di contributi), per una media retributiva di 40.000 euro l’anno, sarà pari a circa 16.000 euro lordi l’anno
  • la pensione con 42 anni contributi, considerando uno stipendio lordo annuo di 30.000 euro, sarà circa 1.400 euro mensili
  • la pensione con Quota 103 non può essere superiore a 2.840 euro lordi al mese.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Azioni Tim giù dopo ok CDA ad offerta Vivendi sulla rete
Articolo precedente

Rete Tim, Kkr stringe sui tempi dell’offerta e il Tesoro valuta l’ingresso diretto in NetCo

Come risparmiare denaro se si vive in coppia.
Articolo seguente

Come risparmiare denaro se si vive in coppia: ecco quali abitudini osservare