Chi può centrare la pensione a 65 anni nel 2025 grazie a questa uscita

Grazie a questa uscita c'è chi può centrare la pensione all'età di 65 anni nel 2025. Ecco cosa aspettarsi.
4 minuti fa
2 minuti di lettura
pensione
Foto © Pixabay

Nel 2025 grazie a questa uscita sarà possibile andare in pensione a 65 anni. Come canta Emma Marrone con il brano Un Sogno a Costo Zero: “E tiro, tiro, tiro, tiro l’acqua al mio mulino. Sognando che quest’anno sia l’inizio del futuro. Il buio anche i miei anni, a volte può fare paura”. Manca sempre meno alla fine del 2024 e già molte persone iniziano a volgere il proprio pensiero al 2025 e a cosa potrebbe portare con sé. L’arrivo di un nuovo anno, infatti, viene spesso considerato come l’inizio di un nuovo capitolo della propria vita.

Lo sa bene il governo guidato da Giorgia Meloni che sta lavorando sulla Legge di Bilancio, grazie alla quale decidere quali misure verranno messe in campo nel corso del 2025. Alcune di queste riguarderanno il mondo delle pensioni e i requisiti necessari per accedere a tale trattamento. Se è pur vero che non sembra ancora giunto il momento dell’attuazione della tanto attesa riforma delle pensioni, l’esecutivo non perderà di certo l’occasione per apportare qualche piccolo aggiustamento. In particolare a partire dal 2025 alcuni lavoratori potrebbero andare in pensione all’età di 65 anni grazie a questa uscita. Ecco di quale si tratta.

Chi può centrare la pensione a 65 anni nel 2025 grazie a questa uscita

Stando alla normativa vigente è possibile accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 67 anni, a patto di aver maturato almeno vent’anni di contributi. In determinati casi, però, è possibile uscire prima. In particolare gli uomini possono accedere alla pensione anticipata ordinaria, a prescindere dall’età anagrafica, a patto di aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi. Tale limite è fissato a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Proprio per molte lavoratrici giungono importanti novità. Attraverso la legge di Bilancio 2025, infatti, il governo intende introdurre delle misure volte a garantire un valido sostegno alle lavoratrici che hanno avuto quattro o più figli.

Entrando nei dettagli, a partire dal prossimo anno le lavoratrici in questione potrebbero accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 65 anni e 8 mesi. Il tutto a patto di aver maturato 20 anni di contributi. In questo modo potrebbero anticipare l’uscita dal mondo del lavoro di ben 16 mesi rispetto all’attuale requisito dei 67 anni. La riduzione sull’età pensionabile resta sempre di 4 mesi per ogni figlio. Anziché considerare il limite massimo di 12 mesi per chi ha avuto più di due figli, però, a partire dal 2025 dovrebbe essere possibile arriva fino 16 mesi per chi ha avuti più di tre figli.

Una novità che riguarda solo chi ha versato i contributi dopo questa data

Tale novità, è bene sottolineare, riguarda solamente le lavoratrici madri con almeno quattro figli e che rientrano nel sistema contributivo, ovvero che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995. Lo sconto pensionistico di 4 mesi a figlio, d’altronde, concerne solamente i trattamenti contributivi e non quelli misti o retributivi. Salvo eventuali correttivi, la possibilità di uscire dal mondo del lavoro 16 mesi prima non riguarderà la pensione anticipata contributiva. Non si escludono comunque possibili cambiamenti apportati dai vari emendamenti. Per questo motivo attendiamo la versione definitiva della Legge di Bilancio per capire quali requisiti verranno richiesti nel 2025 per accedere alla pensione e chi, effettivamente, potrà uscire prima del previsto.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Debito pubblico settembre più vicino a quota 3.000 miliardi
Articolo precedente

Debito pubblico a settembre ancora in rialzo, malgrado il boom delle entrate fiscali

A novembre due pagamenti per l’ADI per chi lo aveva sospeso a ottobre, ecco a chi spettano due ricariche dell'Assegno di Inclusione.
Articolo seguente

A novembre due pagamenti per l’ADI, ecco a chi spettano due ricariche dell’Assegno di Inclusione