In seguito alle molteplici richieste di informazioni circa la possibilità di andare in pensione 7 anni prima, già dal 2018, riteniamo sia opportuno fare chiarezza sull’isopensione alla luce delle recenti modifiche apportate all’istituto.
L’isopensione, nota anche come assegno di esodo, è uno scivolo pensionistico, ovvero di accompagnamento all’uscita, introdotto dalla riforma Fornero e riservato alle aziende private che mediamente occupano più di 15 dipendenti e con problemi di esubero di personale. Nella sua formulazione originaria garantiva la possibilità di anticipare la pensione fino a quattro anni prima.
Dal 2012 ne hanno usufruito diverse aziende coinvolte in piani di ristrutturazione aziendale previo accordo con i sindacati che deve essere approvato dall’Inps. L’Ente è infatti preposto a controllare le condizioni di validità, tra le quali anche la consistenza organica dell’azienda. Vediamo più da vicino su cosa si concentrano le verifiche.
Assegno di isopensione: come si calcola
Formalmente quindi l’assegno di esodo viene corrisposto dall’Inps mentre a sborsare la cifra sarà all’azienda esodante fino al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. L’azienda (che dovrà anche garantire tramite fideiussione bancaria) si impegna altresì a versare la contribuzione figurativa. Sull’importo dell’assegno di esodo tuttavia non viene attribuita la perequazione automatica.
Al beneficiario dell’isopensione inoltre non spettano i trattamenti per il nucleo familiare (ANF). Si applica l’Irpef. Viene riconosciuta a chi va in pensione 7 anni prima con assegno di esodo anche la tredicesima mensilità mentre non sono effettuate trattenute per il pagamento di oneri come riscatti e ricongiunzioni. Tramite questi punti abbiamo indirettamente risposto ai dubbi di molti lettori che, interessati alla possibilità di andare in pensione prima con assegno all’esodo, ci scrivono per sapere in che modo viene calcolato l’importo ma anche quali sono le regole per la tredicesima e la compatibilità con altre misure.
Chiarito dunque che gli oneri sono a carico dell’azienda esodante e non delle casse statali, ben si comprende perché questa misura sia usata da aziende di medie-grandi dimensioni che possono accollarsi i costi.
La novità di poter andare in pensione 7 anni prima e non più fino a quattro procede quasi contestualmente con l’Ape aziendale che dovrebbe decollare dal 2019. Rispetto all’isopensione ha costi ridotti ma si rivolge ad una platea di beneficiari più ristretta (è richiesto il requisito anagrafico di 63 anni e alla pensione non devono mancare più di tre anni e sette mesi).
Scopri anche le altre alternative per andare in pensione 7 anni prima senza assegno di esodo.
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